Dal 27 al 29 gennaio a Sala Ichòs andrà in scena lo spettacolo “I Ciechi“, dal testo di Maeterlinck, diretto da Massimo Finelli, con Antonio Coppola, Giorgia Dell’Aversano, Giovanni Esposito, Michelangelo Esposito, Fabio Faliero, Valeria Impagliazzo, Lisa Imperatore, Vincenzo Liguori, Valentina Iniziato, Luigi Ventura.
Un gruppo di ciechi, smarrito in una selva, aspetta il ritorno della guida, un vecchio prete morto a loro insaputa. Il tempo dello spettacolo si consuma nell’attesa, mentre l’imprevedibile è alle porte. Qualcuno prega: «Dio Mercato che sei altrove, dacci oggi la nostra de-realizzazione quotidiana, de-evolvici, de-civilizzaci. Dacci numeri, algoritmi, ferocia matematica e accumulazione di niente in forma di denaro, trasforma le forme fisiche in dissolvenza d’immagini, nascondi la verità ai nostri occhi e facci sparire nel buco nero dell’accumulazione finanziaria».
Note sullo spettacolo
“I Ciechi” raccontano di noi. Il testo è del 1890, letto da sempre come metafora della morte di un dio invocato e assente. Oggi la questione è un’altra: dichiariamo tutti la necessità di una guida, ma ne facciamo tranquillamente a meno. La credenza non dichiarata è quella nell’infallibilità di un sistema finanziario che ha gli stessi attributi di Dio: onnisciente, onnipotente, invisibile. I “doni” offerti dal mercato dei beni consumabili e infinitamente ri-creati (che cos’è la possibilità di rimpiazzare un cellulare con un altro se non l’equivalente di una resurrezione) sono la manifestazione della sua bontà. La pubblicità non dice altro che: Dio/Mercato è Amore. Le nostre esistenze virtuali (si comincia a pensare a chi erediterà il nostro profilo post-mortem) sono una beatificazione in vita.
Il supporto materiale è semplicemente infelice; più o meno tutti facciamo quotidiani test di resistenza; fino a quando reggerà il sorriso al pungolo della rabbia e della depressione? Gli stati nazionali testano le frontiere, anche loro.
All’interno la situazione si approssima a quella di un condominio (ben gestito) con i vicini che iniziano ad averne abbastanza l’uno dell’altro: odii invisibili.
Che accade in scena? E che può mai succedere? La conversazione evita il silenzio, ma è chiaro che non se ne può più.
Maeterlinck chiudeva la pièce con un’invocazione: “Abbiate pietà di noi!”; i nostri sussurrano: “Non abbiate pietà di noi…”.
La speranza è l’ultimo inganno.
(Massimo Finelli)
Sala Ichos
Via Principe di Sannicandro 32 – San Giovanni a Teduccio (NA)
Fermata metro linea 2: San Giovanni a Teduccio – Barra.
Lo spazio è dotato di parcheggio ampio e gratuito.
Info e prenotazioni: 335.7652524 – 335.7675152 – 081.275945 (dal lunedì al sabato dalle 16 alle 20 – domenica dalle 10 alle 17)
Ester Veneruso