Max Pezzali rivela: “Per l’Uomo Ragno ho rischiato la peritonite fulminante. Ecco chi l’ha ucciso: pancetta, tabasco e minestrone. Vi svelo com’è andata” ma “canto senza impostare la voce”.
Il cantante pavese racconta ai microfoni di Radio Club 91 nel programma “91MilaBaci” con Noemi De Falco e Dario – Che Non C’è – Esposito, che era il 1990 e lui e Mauro Repetto avevano la melodia completa di quella che sarebbe diventata la canzone “L’uomo ragno” ma non riuscivano a trovare un testo adatto, nessuna idea per scrivere.
“Eravamo nella mia cantina – riferisce – dove ci incontravamo spesso per scrivere canzoni ma il testo non veniva. Allora uscimmo a caccia d’ispirazione, a prendere una boccata d’aria, per rinfrescare le idee. Andammo al Bar del Turista a Pavia, era pomeriggio, ci prendemmo il panino piccante, pancetta e tabasco, una roba da peritonite fulminante. Eravamo li con un taccuino – continua – ma la canzone non veniva. Ci arrendemmo. Poi la sera di rientro a casa mia madre aveva preparato il minestrone che unito al panino piccante di prima non vi dico la sensazione. Poi a tavola all’improvviso, un po’ anche per i fumi del tabasco, mi è venuta una frase.
A quel punto sono corso in cameretta e la canzone si è generata da sola, di strofa in strofa e due anni dopo ci portò una fortuna incredibile. Quindi il merito va a tabasco, pancetta e minestrone”.