Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, in collaborazione con Tourbillon Teatro e l’ex-Asilo Filangieri presentano a Galleria Toledo, da giovedì 25 a domenica 28 febbraio 2016, “Mamma compie 70 anni“, spettacolo teatrale dedicato a Federico García Lorca, a 80 anni dalla morte, per la regia di Alessandra Asuni, che ne firma anche la drammaturgia, e le interpretazioni di Andrea de Goyzueta e Fabio Rossi.
Scene e costumi di Davide Lucchesi, con le maschere di Selvaggia Filippini e le musiche firmate da Antonello Murgia e Raffaele Natale a cui è affidata anche la cura dei suoni e degli effetti. Durata 60′.
Nell’amatissima Granada, sua città natale, Federico Garcia Lorca è percepito come sorta di nume tutelare, un’entità viva e riconosciuta dalla comunità, nella sua enorme statura di poeta, di drammaturgo e di vittima della Guerra Civile di Spagna. Dal 1998, anno in cui si è celebrato il centenario della nascita, nella città andalusa è stata avviata una rivisitazione della sua vita e della sua opera che si può considerare ancora in corso.
Il 2016 offre un altro anniversario da dedicare a Garcia Lorca, reso più intenso e sentito dalle circostanze drammatiche che ne hanno provocato la morte violenta. Garcia Lorca, certamente una tra le più illustri vittime della persecuzione franchista, venne prelevato dalla Guardia Civil per essere condotto nei pressi di Alfacar, nel bosco di Viznar, dove, anche a ragione della sua dichiarata omosessualità, il poeta e drammaturgo fu fucilato all’alba del 19 agosto del 1936 e il corpo occultato in una fossa comune. Ancora oggi i suoi resti si mescolano con quelli di altri anarchici e antifascisti che condivisero con lui il proprio tragico destino.
Attorno a questa controversa sepoltura si ambienta il lavoro di Alessandra Asuni che firma la regia di “Mamma compie 70 anni”, interpretato da Andrea de Goyzueta e Fabio Rossi, in scena alla Galleria Toledo dal 25 al 28 febbraio; un atto teatrale in cui vere protagoniste sono le ancora irrisolte e oscure circostanze storiche, politiche e umane che emergono attorno alla morte del poeta e dei caduti della Resistenza, assassinati per mano di un regime dittatoriale la cui sofferta eredità continua ad adombrare ancora oggi il presente della società spagnola. (Galleria Toledo)
SINOSSI
Due uomini, Manuel e Luis sono intenti a scavare. 1970, due fratelli, due operai di una fabbrica di Madrid, tornano nella loro città natale, Granada, per riabbracciare la madre alla vigilia del suo settantesimo compleanno. Per regalare a lei e a loro stessi la fine di un tormento che li imprigiona ormai da troppo tempo, decidono di riesumare il corpo del padre, brutalmente ucciso dai franchisti e gettato in una fossa comune tra il 17 e il 18 agosto del 1936 nei pressi di Viznar. In quella stessa notte e nella stessa fossa comune venne ucciso e gettato il corpo del poeta Federico Garçia Lorca. I personaggi di Manuel e Luis sono di pura invenzione, i riferimenti ai fatti sono realmente accaduti. I due fratelli sono il tramite con cui si da vita a un passato, e nello stesso tempo sono espressione della nostra contemporaneità. La madre che li ha generati è la Spagna del dopoguerra franchista che si impone prepotentemente nella nostra attualità e che, a 70 anni dall’instaurazione del regime, decide di scavare nel suo passato e di riappropriarsi dei suoi figli. Il mondo operaio è il contesto sociale in cui agiscono perché, da sempre, il più sensibile e attivo ai cambiamenti e alle degenerazioni della società. Il poeta universale, massacrato perché omosessuale, dissidente e artista, è il veicolo attraverso il quale il teatro può raccontare il “sentimento del (nostro) tempo”. “Mamma compie 70 anni” è un tributo alla memoria storica e alla passione del poeta Federico Garçia Lorca.
Federico Garçia Lorca scomparve nella notte tra il 17 e il 18 agosto 1936, a 38 anni. Venne fucilato e gettato in una fossa comune dalla polizia franchista perché omosessuale, simpatizzante della sinistra repubblicana, e “artista del popolo”. Non esistono prove inconfutabili sull’esatta ubicazione dei resti dello scrittore.
“La tomba ufficiale” sembra trovarsi nel Parco Federico Garcia Lorca di Alfacar, in provincia di Granada. E qui, secondo la ricostruzione dello storico e biografo Ian Gibson, giacciono i resti di almeno altre tre persone uccise con Lorca: i toreri anarchici Juan Arcolla e Francisco Galadì e il maestro repubblicano Dioscoro Galindo. Qualcuno sostiene che non lontano si trovino un’infinità di altri corpi anonimi.
La vicenda è controversa. Tanto che decine di intellettuali e ricercatori di tutto il mondo vi hanno dedicato anni di lavoro. Alcuni una vita intera. Un’esecuzione feroce, con modi tutt’ora ancora oscuri, a più di 70 anni di distanza. Una vittima celeberrima, geniale e appassionata. Il mistero sul luogo di sepoltura del cadavere.
L’opposizione dei familiari nei confronti di chi vuole scavare in un passato scomodo. È complicato rivangare in un passato doloroso come quello della Spagna moderna. L’ultima nazione europea a uscire dal fascismo aveva deciso di coprire con un velo – la legge dell’Amnistia del 1977 – il ricordo di una guerra fratricida vinta nel 1939 dal generale Francisco Franco. Solo nel 2005, dopo 70 anni, con l’approvazione della Legge della Memoria, il governo spagnolo ha disposto che tutte le fosse comuni in cui furono sepolti una cifra inestimabile di uomini uccisi dal 1936 al 1975 durante il regime franchista, fossero riaperte e i morti consegnati alle famiglie. Ma lo scontro con chi vuole dimenticare è ad oggi ancora molto forte.
Galleria Toledo, teatro stabile d’innovazione
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Ester Veneruso