A partire da martedì 15, fino a martedì 23 marzo, si presenta a Galleria Toledo l’allestimento di “Misura per Misura“, da William Shakespeare, in occasione del compimento dei 500 anni dalla morte dell’autore, un testo descritto dalla regista Laura Angiulli, che ne firma anche la drammaturgia, come “tra i più complessi e trasgressivi, collocato a mezzo fra commedia e dramma, e più precisamente si inquadra nella dark comedy, com’è solita essere definita dalla critica“.
Lo spettacolo si avvale delle interpretazioni femminili di Alessandra D’Elia (Isabella), Federica Aiello (Mariana), Maria Scognamiglio (Giulietta), e Giovanni Battaglia (Escalo), Agostino Chiummariello (Gomito), Michele Danubio (Pompeo), Luciano Dell’Aglio (Angelo), Stefano Jotti (Lucio), Gennaro Maresca (Vincenzo), Vittorio Passaro (Claudio) per quelle maschili.
Su impianto scenico di Rosario Squillace, lo spettacolo si avvale inoltre del disegno luci di Cesare Accetta, con il supporto tecnico di Lucio Sabatino e di Luigi Agliarulo. All’organizzazione, comunicazione e segreteria Lavinia D’Elia, Roberto Miele e Dolores Ruggieri. Una produzione il Teatro coop./ Galleria Toledo.
Opera d’incredibile contemporaneità, non solo nel tracciato della materia che il racconto scenico sviluppa; anche nell’andamento della struttura drammaturgica e nella libertà linguistica, assolutamente aderente ai temi posti in campo.
“…Shakespeare ci lascia senza fiato dal punto di vista della morale, e sconcertati da quello dell’immaginazione, come se volesse porre fine alla commedia stessa spingendola oltre tutti i limiti possibili, oltre la farsa, ben oltre la satira e forse l’ironia più cruda. Il termine comicità… non ci è di alcuna utilità quando cerchiamo di caratterizzare Misura per Misura, un dramma così amaro e feroce da non avere simili…” (Harold Bloom, SHAKESPEARE l’invenzione dell’uomo)
Ampio, vivacissimo, composito, soprattutto sfacciato, l’universo che dà vita a una Vienna fuori dalle regole e dissennata. Ogni personaggio è un abisso di interiorità, tanto profonda e oscura da rendersi imperscrutabile anche all’occhio dello spettatore più scaltro. Come accedere, allora, alla coscienza di ciascuno di essi? Se ciò non è consentito, in dipendenza del tratteggio stesso che ne fa l’autore, come riproporli nel corpo della messinscena? Gli attori riusciranno a fare propria quell’opacità – poiché questo è il tratto dominante che li accompagna- che il citato Bloom denuncia, quasi ciascun personaggio si autorappresentasse “attraverso uno schermo opaco”?
E’ questa la grande scommessa della regia, cui si augura faccia indispensabile riscontro la generosità degli attori.
Note di regia
La storia prende spunto con il volontario allontanamento di Vincenzo, Duca di Vienna, dalla carica che gli è propria, e il conseguente affido di ogni potere all’irreprensibile Angelo, che con la gravità del suo intendere la gestione della giustizia secondo ispirazioni sostanzialmente puritane, si pensa possa ricondurre il popolo alla contenutezza dei costumi, e al rispetto delle leggi. Il plot è condotto dalla vicenda di Claudio – condannato a morte per avere resa incinta Giulietta sua sposa segreta- e l’intervento della di lui sorella Isabella, “eroina casta e apocalittica”, la cui bellezza accende d’incontenuta passione Angelo: ecco dunque il sovvertimento morale, anche di colui che della morale avrebbe dovuto essere custode, con la ricattatoria richiesta di prestazione carnale. Ma al primitivo puritanesimo di Angelo, ormai da lui tradito nei fatti, corrisponde nella ragazza una ben più radicata interpretazione della propria illibatezza – essendo essa tra l’altro più predisposta al chiostro che alla vita mondana – così che, nella tessitura di controverse soluzioni, Vincenzo è costretto a riprendere il ruolo che il titolo gli affida, per portare a salvezza Claudio, e non solo, con finale di nozze riparatrici.
Tutt’intorno un popolo di prostitute, ruffiani, sedicenti operatori del sesso illecito – molto gustosamente messo a fuoco- che alla rozza e sfrontata sopraffazione delle regole affida il proprio “tirare a campare”, con sedimentato scavalcamento di ogni confine etico e giuridico; né vengono sottolineati con minore brillantezza il degrado e l’inconsistente competenza della burocrazia, di cui l’eccellente Gomito si fa testimone grazie anche alla dotazione linguistica che gli è conferita, irresistibile per comicità e suggestioni del carattere. (Laura Angiulli)
Orario spettacoli:
martedì 15 – mattinata ore 10 serale 20.30
mercoledì 16 – pomeridiana ore 18
giovedì 17 – mattinata ore 10 serale 20.30
venerdì 18 – mattinata ore 10 serale 20.30
sabato 19 – serale 20.30
domenica 20 – pomeridiana ore 18
lunedì 21 – serale 20.30
martedì 22 – serale 20.30
mercoledì 23 – pomeridiana ore 18
Galleria Toledo, teatro stabile d’innovazione
Via Concezione a Montecalvario 34
80134 Napoli
Per info: 081.425037 – galleria.toledo@iol.it
Ester Veneruso