PIERRI e GIGLIO in “Il Padrone” al Summarte, 22 aprile ore 21.00‏

Somma Vesuviana (NA) – Il 22 aprile alle ore 21.00 andrà in scena al teatro Summarte di Somma Vesuviana (NA), la commedia dal titolo “Il Padrone” di Franco Cossu, opera presentata dalla Lilium Production con Lucio Pierri e Rosario Giglio anche regista insieme all’aiuto regia Gingy Comune. Si tratta di uno spettacolo liberamente tratto ed ispirato al testo di Machiavelli, dove la “Mandragola” vive una versione partenopea fatta di pozioni magiche, intrighi amorosi e desideri nascosti. La domanda che fa muovere tutta la commedia è: “Cosa si sarebbe disposti a fare pur di avere un figlio‭?”

L’uomo per ottenere ciò che vuole è pronto a utilizzare biechi espedienti, conservando però, intatta la capacità di giustificarsi dei misfatti compiuti. Il ricco Callimaco è innamorato di Lucrezia, moglie fedele di Messer Nicia. Con l’aiuto dell’astuto amico Ligurio e travestito da medico, Callimaco convince Nicia che l’unico modo per avere dei figli è quello di somministrare alla bella moglie una pozione a base di radice di mandragola ma con un ingrediente segreto. Il primo uomo che giacerà con lei però, morirà. Inganni, falsità, bugie e corruzione in uno spettacolo costruito interamente intorno alla caratterizzazione dei personaggi: il passionale Callimaco, il furbo Ligurio, lo sciocco Nicia, la rigida Lucrezia e la pragmatica Sostrata. Un servo-narratore si occupa di raccordare le scene e guidare il pubblico all’interno della storia, tra gag comiche e momenti di riflessione.

 Le scene sono di Sasà Comune, i costumi di Susy Garofalo. In scena anche ( in ordine alfabetico): Camilla Aiello, Elisabetta Bevilacqua, Gingy Comune, Franco Cossu, Mariarosaria De Liquori, Melissa Di Genova, Giosiano Felago, Massimo Pagano e Loretta Palo.

Come si legge dalle note di regia Rosario Giglio, descrive così il suo brillante lavoro portato in scena al teatro di via Roma:  <<Lavorare sul testo della Mandragola ‬è stata una esperienza felice per la scoperta di un storia ricca di sfumature e di una drammaturgia dalle mille sfaccettature. Una continua alternanza di scene,‭ ‬un susseguirsi di personaggi,‭ ‬un avvicendarsi di dialoghi che si succedono da quadri a volte stralunati e fiabeschi,‭ ‬a momenti di profondo smarrimento. Non è pessimismo,‭ ‬non c’è sfiducia nell’uomo.‭ ‬C’è invece una‭ ‬fotografia,‭ ‬a volte indiscreta,‭ ‬dell’uomo,‭ ‬delle sue miserie,‭ ‬della sua innata ricerca di un senso di appagamento. Nessuno migliore dell’altro,‭ ‬nessuno più vincitore o più sconfitto dell’altro.‭ ‬E‭’ ‬l’umanità che alla fine raggiunge il suo traguardo,‭ ‬che è lo scopo della sua stessa esistenza. Ma sarà quella della mandragolacarpazica l’unica strada percorribile‭? Probabilmente sì,‭ ‬anche se alla fine ci sarà chi riscoprendo il proprio alter ego femminile oppure riabbracciando la propria coscienza parlante,‭ ‬rimarrà solo nel suo cupo smarrimento,‭ ‬ma con qualche consapevolezza in più.‭ E solo al termine,‭ ‬presumibilmente,‭ ‬che si entrerà nel cuore della fiaba cogliendo‭ ‬quella pietas che rende l’umanità speciale e sempre pronta a perseguire ideali eticamente più nobili. L’infuso della mandragolacarpazica ancora oggi parla al cuore dell’uomo e pone il tema della libertà delle scelte come il trampolino di lancio di un vivere coerente,‭ ‬felice e soprattutto responsabile>>