“Cammino nel ventre di Napoli”, Liberetà per il Maggio dei Monumenti

Meraviglia è lo stato d’animo, il motivo che palpita nei carteggi dei viaggiatori del Grand Tour, nella ricerca delle parole “per dirla” Napoli. Poeti, artisti, sovrani, nobildonne e rampolli della classe dirigente europea, eploratori settecenteschi in cammino verso il “Sud della Magna Grecia”. Con un sentimento di stordimento e stupore comune a tutti, nel visitare e vivere la grande capitale culturale d’Europa, la Città del Regno delle Due Sicilie e nel provare a descrivere ciò che senza pudore si svela ai loro occhi: gli spazi, i dedali, le macerie, le opere e le dimore, gli squarci, i panorami, la luce e la grande cultura, le antichità sotterrate nel tufo e nella lava, il vulcano e i suoi figli, lazzari e nobili, il mare e lo scirocco, il bel canto e le grida e le voci dei vicoli. La meraviglia negli occhi di quei viaggiatori, fu una delle cifre del regno di Carlo III di Borbone, e di ciò che nel tempo lo precedette e lo seguì.