La seconda settimana di spettacoli del Kju Festival comincia venerdì 24 giugno, sempre alle 21.00, quando il palco del Nuovo Teatro Sanità ospiterà redFrida, in scena l’attrice Sara Saccone, la danzatrice Ilaria Di Vicino e la voce registrata di Giovanna Marziano, video installazione, musiche originali e regia di Ciro Pellegrino. La performance visiva, inframezzata da momenti recitati, di cui alcuni registrati e altri dal vivo, è ispirata alla vita e all’arte di Frida Kahlo. A chiudere la manifestazione, il 26 giugno, sempre sul palco di piazzetta San Vincenzo, lo spettacolo Leopardi amava Ranieri, scritto a quattro mani da Claudio Finelli e Antonio Mocciola, per la regia di Mario Gelardi. In scena Antonio Agerola e Fulvio Sacco vestono i panni, rispettivamente, del poeta di Recanati e dell’amico esule napoletano Antonio Ranieri, vicino a Leopardi fino agli ultimi istanti della sua vita. Ad impreziosire la messinscena, la partecipazione di Lalla Esposito e Irene Grasso, sulle musiche originali e le immagini di Ciro Pellegrino.
RedFrida è un progetto artistico ideato e diretto da Ciro Pellegrino, che fa interagire la video arte con la danza e la recitazione teatrale. Il lavoro è ispirato alla vita e all’arte di Frida Kahlo, scandita in nove quadri, ossia i momenti più emblematici della sua esistenza: L’incidente, Il coma, La rinascita, L’Amore, Il suo stato fisico, La colonna spezzata, I colori della sua anima, L’aborto, Un cuore che pulsa, Il ritorno. La celebre pittrice messicana, nata nel 1907 a Coyoacán, ebbe una vita intensa e crudele. Costretta a lunghi periodi d’immobilità a causa di un incidente in autobus che le fratturò la spina dorsale, Frida si dedicò da autodidatta alla pittura. La disabilità non fermò il carattere forte della donna che si dedicò all’arte e alla politica. Le sue opere sublimano il dolore fisico che l’accompagnò sempre, attraverso un linguaggio del tutto personale che fonde elementi surreali e dal gusto naïf in un realismo violento e visionario al tempo stesso. Nel 1929 la Kahlo sposò il pittore Diego Rivera. Il loro rapporto, passionale e tormentato, fu caratterizzato dai continui tradimenti di lui, a cui seguirono varie esperienze extraconiugali, alcune omosessuali, da parte di lei. Ma la sofferenza più acuta fu rappresentata dall’aborto che la donna subì. Echi di quell’evento furono raccolti dalla sua pittura. Nel 1954 giunse la morte, nella stessa casa dove era nata, in seguito trasformata in un museo in suo onore. Le sue ultime parole furono: «Aspetto felice la partenza e spero di non tornare mai più».
Il 13 giugno 1837, onomastico di Antonio Ranieri, fu l’ultima notte di Giacomo Leopardi, che morì l’indomani mattina. Lo spettacolo Leopardi amava Ranieri si propone di portare in scena gli ultimi momenti della tormentata esistenza, tra sofferenze e dolori, del poeta marchigiano. Attraverso la storia dell’amicizia con Ranieri viene messo a nudo l’animo più sensibile di Giacomo Leopardi, un uomo vivace, esuberante, curioso di porgere lo sguardo oltre il “natio borgo selvaggio”. Dalle lettere scritte per il sodale napoletano, s’intuisce che il sentimento provato da Giacomo andava ben oltre il legame amicale. Si trattava di una vera e propria passione per l’uomo con cui trascorse gli ultimi sette anni della sua vita. Una passione, forse, non ricambiata da Ranieri. Una passione repressa e inconfessabile per quei tempi.
A rafforzare l’idea di portare in scena un’emozione universale e la sua impossibilità di esser vissuta, le parole del regista Mario Gelardi, il quale dichiara: «Non ho cercato verosimiglianza fisica e non ho accentuato i malanni di Leopardi, con gli attori abbiamo cercato di restituire la sofferenza fisica attraverso l’impossibilità di essere fino in fondo se stessi» e continua: «Quasi come se la volontà di non vivere una passione, un sentimento, in qualche modo soffocasse i due protagonisti».
Il costo del biglietto unico è di 5 euro per gli spettacoli teatrali, previa prenotazione al 3396666426. L’ingresso gratuito è riservato agli abbonati ntS’, ai possessori di friend Card ntS’ e ai tesserati Arcigay, sempre previa prenotazione.
Nuovo Teatro Sanità, piazzetta San Vincenzo 1, Rione Sanità – Napoli.
Ester Veneruso