Cosa succederebbe se Dante passasse per Napoli? E se fosse proprio qui, avendo intenzione di scrivere Inferno, Purgatorio e Paradiso, da dove incomincerebbe? Per rispondere a queste domande
lunedì 27 giugno alle ore 20.30 presso il teatro Summarte di Somma Vesuviana, andrà in scena “Inferno,..Purgatorio,…Paradiso…a..Napoli “. Questo il titolo del saggio di fine anno, proposto dai piccoli allievi della scuola di recitazione del Summarte, coordinati dall’insegnante Rosangela Angri, sotto la direzione artistica di Lucio Pierri, già direttore del teatro di via Roma.
I ragazzi dai 7 ai 13 anni, hanno affrontato un lungo percorso artistico, dove durante l’anno, hanno studiato i vari modi di vivere e fare teatro. Particolare rilievo è stato dato alla letteratura attraverso favole, poesie e filastrocche, senza tralasciare la vocalizzazione. Avendo avuto un’impostazione scolastica, grazie alla loro insegnante Rosangela Angri, sono arrivati allo studio dei grandi miti della storia letteraria, portando in scena opere classiche sia come saggi che come prove intermedie e/o esercitazioni varie. Trasposizioni teatrali che hanno trovato enorme successo tra i giovani allievi, fino ad arrivare alla lettura e alla “rilettura” di un testo intramontabile come quello degli scritti di Dante Alighieri.
“Inferno,..Purgatorio,…Paradiso…a..Napoli “ è una riscrittura dei canti danteschi, che vuole mettere in luce una città bellissima, ma allo stesso tempo tediata dalla “bruttezza”. Un’opera che nasce però anche e soprattutto, dalla voglia degli allievi di rappresentare sul palcoscenico del Summarte la propria vita e l’età preadolescenziale. “La vera sfida – come ha spiegato la maestra Rosangela Angri- è stata unire i piccolissimi a quelli di un’età intermedia, che non sono ancora adolescenti, ma non si sentono neanche più dei bambini.” La narrazione parte dalla piazza, il punto in comune, il luogo d’incontro e aggregazione, quando si esce da scuola. Si parte quindi dalla loro vita, dai compiti, da come è noioso a volte stare a scuola.”Abbiamo cercato di rappresentare la loro giovanissima vita di studenti – ha commentato la Angri – sono diventati tutti amici. Hanno capito come è importante fare rete nell’ambiente artistico, il che significa intrecciarsi l’uno all’altro, così se si è in difficoltà non cade nessuno.“
In scena però, c’è anche Napoli coi suoi vizi e le sue virtù. E quando uno dei personaggi si interroga sul perché questa città sia così bella e brutta allo stesso tempo, a rispondere è proprio Virgilio, dando un consiglio a Dante stesso: “Napoli è il posto delle possibilità, dove non tutto è bello e non tutto è brutto, un po’ come gli uomini che non sono mai completamente cattivi mai completamente buoni ed è questo quello che puoi scrivere nella tua Divina Commedia.”
In scena oltre a Dante e Virgilio, ci saranno anche Pulcinella, maschera per eccellenza della città partenopea, che senza voler trascinare lo spettatore nei luoghi comuni, lo accompagnerà in un viaggio che va dall’amore verso la pizza alla conoscenza di Matilde Serao. Lungo il percorso immancabile un incontro col principe della risata, Antonio De Curtis in arte Totò, che da nobile ha scelto di vivere in mezzo al popolo e per il popolo; non mancheranno anche le figure tipiche del panorama partenopeo, come la sciantosa, la pizzaiola, ecc…
“Quando abbiamo iniziato il corso c’erano dei bambini che tentennavano nel linguaggio, oggi vanno spediti e ascoltare le madri che mi dicono che lo studio della recitazione è riuscito là dove neanche la logopedia, mi riempie di gioia. Oserei dire che il teatro non è salvifico, ma è comunque terapeutico. “ ha concluso la maestra Rosangela Angri.
Andrea Ruberto