L’assessore regionale all’Urbanistica Marcello Taglialatela dichiara guerra agli ecomostri dell’area nord, presentando un piano che in due mosse dovrebbe portare alla liberazione e successiva demolizione delle Vele di Scampia. Si parte da quella che è la norma inserita all’interno della finanziaria regionale , approvata dal Consiglio a fine dicembre, che ha fatto infuriare la giunta de Magistris: «I Comuni hanno la possibilità di sanare le occupazioni abusive che si sono verificate fino al 2009» recita il testo. Decine le famiglie coinvolte in questa norma, residenti nelle Vele senza averne titolo. Da qui la proposta di Taglialatela: applicare la sanatoria per trasformare gli abusivi in legittimi assegnatari. A quel punto allora gli abitanti delle Vele potrebbero essere trasferiti in altri alloggi di edilizia residenziale pubblica, per agevolare la strada alla demolizione. L’ultima parola spetta al Comune, e quella che fa eco è prudenza: «Con il collega Giuseppe Narducci abbiamo già chiarito la nostra netta contrarietà a qualsiasi sanatoria perché rappresenterebbe l’ennesimo regalo a chi vive nell’illegalità» sottolinea l’assessore al Patrimonio Bernardino Tuccillo. La domanda che invece si pongono tutti a Palazzo San Giacomo, anche ora che la norma è ormai legge, è sull’opportunità o meno di applicarla per risolvere il problema di Scampia: «Le Vele sono una vergogna nazionale, siamo impegnati senza sosta per individuare una soluzione efficace nell’interesse dei cittadini. Peraltro diversi consiglieri comunali, sia di centrodestra che di centrosinistra, si stanno adoperando in questa direzione. Ma la questione appare molto delicata e complessa». In questi ultimi anni, seppur la decisione fosse approvata e condivisa da tutti, si è agito per abbattere solo tre delle sette Vele. i fabbricati, nati a seguito della legge 167 del 1962, si ispirarono a quelli che erano i princìpi delle unitès d’habitations di Le Corbusier e alle strutture «a cavalletto» proposte da Kenzo Tange. Inizialmente il progetto fu ideato dall’architetto Franz Di Salvo e prevedeva la realizzazione di grandi unità abitative dove centinaia di famiglie avrebbero potuto integrarsi e creare una nuova comunità, gettando le basi per il riscatto sociale. Accanto alle Vele, sarebbero dovuti nascere centri sociali, spazi di gioco per bambini ed altre attrezzature collettive. Ma ora più che un sogno, la realtà di Scampia è un vero e proprio incubo. Il complesso residenziale è diventato un ghetto, regno della spaccio e della delinquenza nonché simbolo di degrado, insicurezza e illegalità.Non a caso, come ben noto, il regista Matteo Garrone ha scelto di ambientare nelle Vele molte scene del film «Gomorra». “E’ la prova che la fislofoia degli anni Sessanta è giunta ormai al fallimento”, come sottolinea il preseidente il presidente nazionale di Federcasa, Luciano Cecchi. La speranza è quella di dare una svolta immediata per far rinascere Scampia e l’intera area nord. «Basta con i ghetti – aggiunge – bisogna finalmente aprire questi quartieri sfruttando le misure, previste nel piano casa della Campania, che consentono abbattimenti e ricostruzioni con maggiori volumetrie».