Con uno sguardo rivolto alle produzioni firmate Ichòs Zoe Teatro ed uno alle compagnie provenienti da tutta Italia più attenzionate degli ultimi anni, Sala Ichòs inaugura nel cuore di San Giovanni a Teduccio (Na) la stagione teatrale 2016/2017.
A dare il benvenuto al nuovo anno, nello spirito di accoglienza e convivialità che da sempre contraddistingue lo spazio “resistente” della periferia est di Napoli, la festa di apertura programmata per sabato 5 novembre alle ore 21 che vedrà protagonista in concerto il gruppo di musica popolare La ’Ntisa Stesa Trio.
Quindi si proseguirà con il Progetto Ruccello 1956 – 1986 – 2016 a cura di Ichòs Zoe Teatro, attraverso cui la compagnia intende rendere omaggio ad uno dei maggiori esponenti della Nuova Drammaturgia napoletana di cui quest’anno ricorre l’anniversario della scomparsa, portando in scena tre lavori ad esso dedicati: dal 18 al 20 novembre La sposa sola; dal 25 al 27 novembre Jennifer; dal 9 all’11 dicembre Ferdinando.
Successivamente, da gennaio, al via il cartellone ufficiale con protagonisti Fortebraccio Teatro, Le vie del fool, Teatro KappaO, quotidiana.com, Piccola Compagnia della Magnolia, Teatro dei Topi, Ilinx Teatro, Compagnia TeatRing, Gabriella Aiello, Angela Di Maso, Massimo Finelli e «quei Teatri, la cui parola d’ordine è Lavoro, Ricerca, Audacia – come dichiara il direttore artistico Salvatore Mattiello prendendo in prestito da Piccola Compagnia della Magnolia una loro adozione da J. Copeau – e che di loro meritano si dica: non sono nati per prosperare ma per durare senza asservirsi».
Perché il Progetto Ruccello 1956 – 1986 – 2016
1956/1986: i trent’anni di vita vissuti da Annibale Ruccello; 1986/2016 i trent’anni di morte. Perfetta parità. Poi dal 2017 la morte comincerà a vincere. Il tempo della vita cederà il passo al tempo della morte. La Quantità di morte supererà la Quantità di vita. E la Qualità? Si sa che quando le persone non ne hanno più (di Quantità) spostano l’attenzione gli interessi le possibilità di vita di sopravvivenza sulla Qualità. Fanno un passo indietro per così dire ripiegano sulla Qualità, la quale erroneamente è percepita, vissuta, raccontata, contrabbandata come una modalità superiore di stare al mondo. Un livello superiore di sopravvivenza di esistenza di umanità addirittura. Per fortuna c’è il Mito di Sisifo a chiarire l’equivoco. Ci sono le meravigliose argomentazioni di Albert Camus intorno a quel Mito e la meravigliosa conclusione: bisogna immaginare Sisifo felice (di portare sulle spalle un macigno fino alla cima del monte per poi spingerlo giù. Ridiscendere ogni volta per riprenderlo e riportarlo di nuovo su e così tutte le volte per sempre). C’è il finale del nostro allestimento delle Cinque Rose affidato a un cartello luminoso che scrive bisogna immaginare Jennifer felice (di aver portato su sé il macigno della persona che fino ad allora era stata). Ma non facciamo tutti così? Non portiamo ognuno di noi sulle spalle invisibile il macigno della persona che siamo? Non è questo ciò che sembra dirci Sisifo? Non è questo ciò che sembra confermare con forza Camus?
Infine è esattamente questo ciò che noi intendiamo confermare pur sferrando un colpo basso dritto sotto la cintola di Camus giacché ci appropriamo della conclusione di quei suoi ragionamenti e gliela rivoltiamo contro utilizzandola come invito rivolto al pubblico a immaginare Jennifer felice nonostante si sia appena sparato in bocca.
Nessun dolore giustifica un suicidio è vero, però non tutti i suicidi sono determinati da un dolore e non tutte le miserie e non tutte le ricchezze valgono la pena di essere vissute.
Nel 1978 Ruccello scrive e interpreta la sua Jennifer.
Nel 2009 noi la ripensiamo e la rimettiamo in scena. La riceviamo e proviamo a farne qualcosa: è l’Assist il vero segno del Mito! Ne chiarisce l’equivoco.
Trent’anni di tempo reale trascorso; trent’anni di tempo sedimentato nella struttura stessa di quel personaggio; quarant’anni di tempo inventato da noi e caricato sulle sue spalle come macigno supplementare da portare sulla scena per una nuova rappresentazione di sé; per chiuderla con un tranquillissimo “arrivederci e grazie” che altro non è se non la richiesta reiterata di un personaggio di teatro il cui destino è stato quello di morire in scena: di rimettervi piede ogni volta di rivivere di rimorire e così via.
E così sia! Per Jennifer e per Annibale.
E noi adesso in questo tempo che è esattamente al culmine della vita e della morte di Ruccello, rotoliamo giù per l’ennesima volta dove siamo e non siamo già stati (è il percorso di ritorno dalla cima alla ripresa del macigno a dover stuzzicare la migliore immaginazione!) per rimetterci sulle spalle quelli che per certi versi sono dei veri e propri macigni lasciati sul campo da Annibale e proveremo a farlo con uno scarto d’immaginazione e di visione d’insieme partendo da quella Sposa Sola che è il nostro ultimo lavoro e nel quale lui pure è presente.
Per Ferdinando, basti dire che il testo non è stato modificato di una virgola ma – per sua insita e immensa Qualità – il testo è stato semplicemente e complessamente ridistribuito tra i personaggi in ragione di una risoluta scelta di regia.
Da gennaio 2017 la nuova Stagione di Sala Ichòs con “Il nuovo dei Ritorni. Il nuovo dei Nuovi”:
Questa volta, nessun sottile filo rosso – sempre ricercato nelle stagioni passate – a legare tutte le proposte presentate.
Il primo spettacolo è Opera senza corpo – Insania della radice, adattamento del Macbeth di Teatro KO (6 – 7 – 8 gennaio) che apre la Stagione oltre noi e fa da ponte tra un proposito mancato (fare una Stagione sulla Quantità di Morte, intesa come Vita lasciata sul campo che ancora sgorga di sangue e di linfa; e un proposito trovato) e dare un Ritorno a Compagnie che hanno già calcato più volte il nostro palco per scoprire e condividere i luoghi dove si stanno recando.
Subito dopo, il 13 – 14 – 15 gennaio, il Ritorno più atteso perché in qualche modo segna il Tempo e la Storia di Sala Ichòs: Fortebraccio Teatro, con segmenti di Metamorfosi, dove vale la pena ricordare che vi operano due Premi UBU freschi di nomina, come Roberto Latini e Gianluca Misiti.
Sarà poi la volta di Massimo Finelli e Angela Di Maso, regista e attore, drammaturga e regista, quattro ruoli per due messe in scena sull’incarnazione contemporanea dell’Homo Sacer (colui che possiede solo la propria nuda vita): 20 – 21 – 22 gennaio Il catalogo di Angela Di Maso; 27 -28 – 29 gennaio I ciechi adattamento dall’originale di Maeterlinck.
Dal 3 al 5 febbraio Teatro dei Topi sarà per la prima volta nel nostro spazio con il testo Non mi vestivano mai di rosa di Giulia Lombezzi, già molto apprezzata la stagione scorsa con quella bella Ape Operaia di cui era autrice e attrice.
Dal 24 al 26 febbraio Quotidiana.com porta a compimento del progetto presentato l’anno scorso Tutto è bene quel che finisce con il terzo capitolo Lei è Gesù.
Dal 3 al 5 marzo ILINX ritornano con Volo di notte – l’uomo alla sfida del progresso, drammaturgia di Michela Mastroianni e regia di Renzo Francabandera e la stessa Michela.
Dal 10 al 12 marzo Gabriella Aiello con il concerto Canti e Discanti e uno stage sul canto di tradizione orale.
Il 31 marzo, 1 – 2 aprile ci sarà la compagnia Teatring con MattaTTori – l’Italia di Magnani e Gassman, che con queste Bio-Grafie di scena sembra ricollegarsi al discorso iniziale di quella Morte intesa come Vita lasciata sul campo che ancora sgorga di sangue e di linfa.
Ma si lega anche ad altre due Bio-Grafie che Piccola Compagnia della Magnolia, per la prima volta a Sala Ichòs, propone: Zelda il 11 e 12 febbraio e Adagio Nureyev dal 17 al 19 febbraio.
Infine, per la prima volta nostra ospite sarà la compagnia Leviedelfool con due spettacoli, a dimostrazione che non rinunciamo mai a nuove scoperte e nuove scommesse: dal 17 al 19 marzo con Requiem For Pinocchio e dal 24 al 26 marzo con Luna Park – Do you want a cracker?
Ad aprile 2017 una probabile appendice di stagione, “Il nuovo che tenta di dirsi”:
Prevista la nuova produzione Ichòs Zoe Teatro, Antigone, e Divagando su Pasolini a cura degli Ibridi, drammaturgia di Ciro D’Alessio, regia di Rosario Morra.
Orario spettacoli: venerdì e sabato ore 21 e domenica ore 19.
Sala Ichos
Via Principe di Sannicandro 32 – San Giovanni a Teduccio (NA)
Fermata metro linea 2: San Giovanni a Teduccio – Barra.
Lo spazio è dotato di parcheggio ampio e gratuito.
Info e prenotazioni: 335.7652524 – 335.7675152 – 081.275945 (dal lunedì al sabato dalle 16 alle 20 – domenica dalle 10 alle 17)
Ester Veneruso