Per chi diceva che non c’erano più speranze. Per chi affermava che il Napoli post-Champions era un Napoli stanco e poco lucido. Per chi diceva che le forze sarebbero venute a mancare. Eccoci qui, a soli cinque punti da Udinese e Lazio, attualmente al terzo e quarto posto, appena un gradino sopra la nostra testa. E’ tornato il Napoli aggressivo e affamato, quello che piace a tutti. La fame della Champions è durata a lungo e i tre gol di martedì non hanno saziato nè la squadra nè il popolo azzurro. Vincere era fondamentale. Finalmente, dopo le vittorie con Chievo e Fiorentina, in cui il Napoli è tornato a giocare con concentrazione e precisione, la continuità torna ad accompagnare il club di De Laurentiis. Dopo le numerose critiche e il periodo No che ormai aveva travolto il Napoli si iniziava a respirare un’aria tutt’altro che leggera. Ma si sa, le critiche, almeno quelle costruttive, non possono che far bene. In ogni cuore azzurro, in qualcuno forse più nascosta che in altri, è rimasta conservata un pochino di fiducia, perchè se c’è una cosa che il Napoli ha imparato a fare in questi anni è rialzarsi. E’ un Inter già fatta a pezzi il 26 Gennaio. Proprio qui al San Paolo, nell’incontro di coppa Italia, era iniziata la maledizione dei nerazzurri e oggi, qui al San Paolo, dopo più di un mese ancora prosegue. Salgono a quota otto le partite in cui Ranieri non riesce a portare a casa risultati positivi, tra queste solo un pareggio con il Palermo. La ruota gira, questo è certo. Non esistono club in cui fila sempre tutto liscio come l’olio. Quest’anno, ancor più del solito, è impossibile fare pronostici e garantire le vittorie delle “grandi”. Si vince e si perde, questo è il gioco del calcio. C’è però chi persevera nell’errore e chi cerca la soluzione migliore. Il Napoli l’ha trovata forse in quella che è la più grande motivazione dell’anno: la Champions. La concentrazione e l’ottima condizione fisica raggiunte in vista dell’incontro Napoli-Chelsea sono più che ottimali. La prestazione dei partenopei risulta agli occhi di tutti di gran livello. Sarà il periodo di crisi nerazzurra, l’euforia post-Champions o la voglia che veramente è tornata insieme a quel briciolo di speranza, non si sa. L’unica certezza è che il Napoli c’è ed è tornato a far bene. Formazione lievemente modificata, in seguito all’assenza di Hamsik, fuori per squalifica. E’ Dzemaili a prendere il posto dello slovacco, con Zuniga che va invece a sotituire Dossena sulla fascia sinistra. La velocità con cui il colombiano e il Pocho Lavezzi fanno girare palla sulla fascia sinistra mette in difficoltà l’Inter, costretta a cambiare modulo all’inizio del secondo tempo. Partita cattiva, in cui più volte è costretto ad intervenire Bergonzi. Dal lato destro c’è invece Campagnaro in fase di copertura, che con precisione anticipa ed evita le ripartenze interiste e Maggio,tornato ormai al massimo della sua condizione fisica, che con i suoi scatti lascia spesso indietro Nagatomo. La partita si gioca per lo più nella metà campo azzurra, in cui la palla gira con velocità e precisione. Svariate conclusioni finite poco lontane dai pali di Julio Cesar e numerosi i calci d’angolo a favore della squadra di casa. L’Inter affonda poco. La ripartenza è sempre lenta e piuttosto che provare a sfondare in contropiede ogni volta il pallone torna indietro, rendendo le azioni lente e macchinose. Due i cambi effettuati da Ranieri al ritorno in campo: Cordoba e Pazzini per Sneijder e Forlan. Formazione a specchio, per provare ad impedire al Napoli di prevalere, ma difficile contenere gli uomini di Mazzarri. Dopo tredici minuti dall’inizio della ripresa ad infiammare il San Paolo ci pensa lui, l’uomo che da Martedì è sulla bocca di tutti e sulle prime pagine di numerosi giornali mondiali: Ezequiel Lavezzi.Il Pocho, su perfetto assist di Dzemaili che supera due uomini e prende velocità, colpisce di prima e piazza il pallone nell’angolino alla destra di Cesar. La palla sembra quasi sfiorare il palo e poi gira verso l’interno. Nessuno era abituato a vederlo segnare così spesso. Forse la presenza del figlioletto Tomas, in questi giorni a Napoli con lui, veramente è di buon auspicio, come lui stesso afferma scherzando nel post-gara. Difficile contenere la gioia dei napoletani, che infiammano il San Paolo e sentono sempre più vicino quel terzo posto. Unica nota dolente della serata l’espulsione di Aronica che, prima sbaglia un passaggio e poi, nel tentativo di recuperare fa fallo sull’ultimo uomo, ormai spedito in porta. Napoli in dieci dal settantottesimo minuto. L’Inter ci prova, o almeno quelle sono le intenzioni, ma questo è proprio un Napoli instancabile. Mazzarri corre ai ripari. Fuori l’autore del gol, accompagnato da quel coro che tutti conoscono e hanno cantato per Diego e che ormai è tramutato in suo onore, dentro Britos per garantire maggiore sicurezza al reparto difensivo. L’occasione più pericolosa dell’Inter arriva all’ ottantasettesimo: è Pazzini a colpire di testa e sfiorare la porta. Sul rinvio di De Sanctis alimentata una delle ultime azioni offensive del Napoli. Cavani, forse preso dalla voglia di far gol, non passa a Dossena tutto solo, poco lontano dalla porta,e finisce per perdere la palla tra le mani di Cesar. Sono questi gli ultimi minuti di gioco, in cui il Napoli mai si è spento. La gioia è di tutti. Sembrerebbe una vittoria come un’altra, ma si sa che in casa Napoli sono queste le sfide più sentite, particolarmente nei momenti in cui la luce torna ad illuminare ogni passo azzurro. Sono queste le notti che Napoli ama ricordare. Sono questi i momenti in cui festeggiare e far sentire tutto il proprio calore. Sono questi i momenti in cui si può dire che quegli acquisti di cui tanto si è parlato, che fino a qualche settimana fa quasi lasciavano l’amaro in bocca, sono più che validi e capaci di deliziarci anche in assenza di quei titolarissimi che l’anno scorso non avevano attimi per rifiatare.