San Tammaro: Salviamo la Reggia Borbonica di Carditello dai saccheggi e dall’incuria

L’associazione no-profit “ORANGE reEVOLution – cambiare se stessi per cambiare il mondo” RIVOLGE L’ ULTIMO APPELLO DISPERATO A TUTTI I COMUNI ITALIANI PER SALVARE LA REGGIA DI CARDITELLO, monumento di straordinario valore storico-artistico ed architettonico, dalla criminalità organizzata, E CHIEDE AD UN COMUNE ITALIANO CORAGGIOSO DI ERGERSI A CAPOFILA DI UN CONSORZIO DI COMUNI PER ACQUISTARE LA REGGIA, restaurarla, aprirla al pubblico e trasformarla in risorsa economica, nel rispetto dei suoi vincoli ambientali ed architettonici. Inoltre la sottoscritta, arch. Raffaella Forgione, come presidente dell’associazione, chiede di rappresentare l’appello in un’audizione presso il vostro consiglio comunale.

PROGETTO

L’associazione “Orange ReEVOLution”, tramite il proprio gruppo Facebook, ha promosso una petizione internazionale in 4 lingue (italiano-inglese-francese e spagnolo) che, dopo aver superato in soli 30 giorni di tempo le oltre 5000 firme, ha chiesto a fondazioni, enti e associazioni non a scopo di lucro di acquistare la reggia per salvarla, oggi a gran voce PROPONE un PROGETTO di salvataggio, così articolato:

1. che la reggia sia acquistata da un consorzio di enti pubblici ovvero di comuni italiani, che posseggono il diritto di prelazione sull’acquisto dell’immobile, in quanto bene vincolato;

2. che ogni comune del consorzio partecipi all’acquisto con almeno 1,00 euro per abitante, che i primi enti pubblici a farsi avanti in questa straordinaria cordata di salvataggio siano i comuni campani e che il capofila del consorzio sia preferibilmente una delle città capoluogo di provincia: Napoli, Salerno, Caserta, Benevento o Avellino;

3. che dalla Campania venga una vera rivoluzione culturale, con un nuovo modello di sviluppo dell’economia, fondato sulle risorse architettoniche, archeologiche, storico-artistiche ed ambientali;

4. che la gestione delle strutture, con gli annessi terreni, sia trasparente e quindi affidata ad una società il cui c.d.a. sia composto non soltanto da amministratori, ma anche da almeno due membri di associazioni no-profit, che abbiano nel loro statuto la tutela dei beni culturali – tra cui l’associazione proponente -, due membri che rappresentino i proprietari – tra cui il sindaco del comune capofila del consorzio-, il soprintendente ai beni architettonici di Caserta ed un consigliere dell’ordine degli architetti della provincia di Caserta, che seguano a titolo gratuito le vicende economiche della reggia, nell’interesse della collettività;

5. che la reggia non possa essere trasformata nell’ennesimo albergo, centro benessere o qualsiasi altra funzione prevalentemente ricettiva, che snaturi la storia dei luoghi;

6. che la reggia sia restaurata ed aperta al pubblico, inserendola in un percorso turistico organizzato ad hoc dedicato ai 22 siti e residenze reali borboniche in Campania;

7. che la reggia con i suoi terreni sia innanzitutto museo di se stessa, sede di convegni e luogo di esposizioni, raccolte e collezioni d’opere d’arte, con un orto botanico per le bio-diversità, ed al contempo recuperi la sua funzione di fattoria modello, adeguata a moderne esigenze, trasformandosi in un centro d’eccellenza all’avanguardia per lo studio e la sperimentazione di tecnologie da fonti rinnovabili applicate all’agricoltura, e di tecniche per il risparmio energetico applicato al patrimonio architettonico, cui ogni cittadino possa rivolgersi per ricevere informazioni;

8. che soltanto gli ambienti, in cui non sono presenti affreschi e decori, come ad esempio le ali laterali al corpo centrale della reggia possano essere utilizzati come laboratori e uffici per le industrie del rinnovabile, e del risparmio energetico.

HISTORIA

Nella Campania felix, ad appena 4 kilometri dal centro di San Tammaro sorge la reggia realizzata nel 1784 da Ferdinando IV di Borbone, il quale affidò la costruzione del complesso all’architetto Francesco Collecini, allievo del Vanvitelli e valido aiuto per il parco e l’acquedotto carolino della vicina reggia di Caserta. La real tenuta di Carditello, istituita da Carlo III nel 1744 per allevare cavalli, fu ampliata e trasformata in una fattoria, vera azienda modello per la coltivazione del grano e l’allevamento di razze pregiate di cavalli e bovini, circondata da boschi, pascoli e terreni seminatori, per una superficie di 6 305 moggia capuane, ovvero di circa 2 100 ettari.

Nel 1920 gli immobili e l’arredamento furono trasferiti dal Demanio all’Opera Nazionale Combattenti ed i terreni furono lottizzati e venduti, mentre il fabbricato centrale con i quindici ettari circostanti, divennero proprietà del Consorzio di Bonifica del Basso Volturno, un ente regionale che si è indebitato con il gruppo Banca Intesa (in origine Banco di Napoli) ed è fallito: il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha avviato la vendita all’asta del complesso monumentale. La base d’asta era di 25 milioni di euro, ma dopo due sedute in data 20 ottobre e 10 novembre 2011, andate deserte, il prezzo-base d’asta prevista per il 15 marzo 2012, sarà di 15 milioni di euro, e se questa udienza dovesse andare deserta, ve ne sarà un’ennesima il 29 marzo, che consentirà un ulteriore ribasso del 25%: la reggia potrà essere acquistata per 10 milioni e mezzo di euro!

Intanto collezionisti e malavita hanno saccheggiato ‘ad arte’ il palazzo reale, facendo asportare pilastrini di balaustre, caminetti, mattonelle, acquasantiere, lastre di marmo e stemmi, nell’indifferenza delle istituzioni preposte alla tutela e nel silenzio assordante del mondo della cultura. Gli affreschi di Jacob Philip Hackert, gli stucchi e le decorazioni sono portati via dalle infiltrazioni d’acque meteoriche: la memoria storica dei luoghi sbiadisce lentamente.

Eppure persiste il ricordo di un connubio perfetto tra architettura e paesaggio, che ancora s’intravede nell’attuale immagine martoriata e saccheggiata della reggia, e che la farà risorgere.

La criminalità organizzata e’ in attesa dell’asta pubblica, magari per fare la sua migliore offerta! E tutti dovremmo attivarci per impedirlo, perché San Tammaro non continui ad essere la terra senza speranza di Gomorra, il luogo-emblema del saccheggio materiale e spirituale dell’Italia, ma diventi il fulcro della rinascita e del riscatto della nostre terre del sud e dell’Italia tutta.

Qui il link della petizione:

http://www.causes.com/causes/645106-petizione-per-salvare-la-reggia-di-carditello

Le attuali condizioni della reggia in un video