Domenica 9 aprile alle ore 18.30, a novant’anni dalla morte del “medico santo”, l’Associazione Culturale NarteA propone la visita guidata teatralizzata “Giuseppe Moscati, un lampo nell’eterno“, presso il Museo delle Arti Sanitarie, dove un intero piano è dedicato al santo della medicina, e la Farmacia storica del Complesso degli Incurabili. A guidare gli ospiti negli ambienti entro cui operò il medico dei poveri, saranno i medici volontari dell’Associazione Il faro d’Ippocrate. Testi e regia di Febo Quercia, in scena Raffaele Ausiello, Irene Grasso, Peppe Romano e Katia Tannoia. Per partecipare è necessaria la prenotazione ai numeri 339.7020849 o 333.3152415. Il costo del biglietto è di 15 euro.
La visita guidata intende rievocare la figura di un uomo di scienza e carità, che ha dedicato l’intera esistenza alla cura disinteressata di poveri e malati, facendo emergere soprattutto l’interesse per la ricerca scientifica, che lo condusse ad importanti scoperte. Moscati, grande innovatore della Medicina, sarà proclamato santo nel novembre del 1987, per il coraggio mostrato non solo in circostanze eccezionali, quali l’eruzione del Vesuvio o l’epidemia di colera che funestò la città di Napoli nel 1911, ma soprattutto per l’impegno quotidiano e disinteressato profuso a favore dei malati e dei poveri. La dedizione per gli ammalati non sottrae comunque tempo allo studio e alla ricerca medica, che Moscati porta avanti attuando un concreto equilibrio fra scienza e fede cattolica.
Per concentrarsi sul lavoro in ospedale e restare accanto agli infermi, ai quali è molto legato, nel 1917 rinuncia all’insegnamento e alla cattedra universitaria lasciandola all’amico professore Gaetano Quagliariello. È il 1922 quando consegue la Libera Docenza in Clinica Medica generale, con dispensa dalla lezione o dalla prova pratica ad unanimità di voti della commissione. Ma numerose sono le sue ricerche che trovano pubblicazione su riviste italiane e internazionali; importantissime, quelle pionieristiche sulle reazioni chimiche del glicogeno. A soli 46 anni, dopo un improvviso malore, muore sulla poltrona di casa. E’ il 12 aprile 1927: “Oggi Napoli ha perduto un grande medico, ma i poveri hanno perso tutto”, così viene diffusa la notizia della morte di un medico destinato ad essere ricordato per l’eternità.
Ester Veneruso