Partirà mercoledì prossimo, 31 maggio, a Gesualdo (Avellino), nell’ambito della sedicesima edizione di “Gesualdo Expone”, un percorso degustazione davvero atipico nel suo genere che fa leva sull’incontro tra due tradizioni gastronomiche: quella irpina, con i suoi prodotti tipici, e quella brassicola, birra di qualità in primis. Infatti, i prodotti del territorio saranno abbinati a una delle migliori marche di birra campane, la VentiTRE’, che ha fatto della qualità un sinonimo vincente.
La fiera, che avrà inizio mercoledì e si protrarrà fino alla domenica successiva, è organizzata dal Comune di Gesualdo in collaborazione con l’associazione Agorà onlus.
Tra i tanti iniziative in programma, il laboratorio gastronomico proposto da Guido, Clementina, Jacopo e Jenni (i quattro ragazzi under 35 che hanno fondato più di due anni fa il Birrificio) è sicuramente tra le attività più interessanti: ambientato nella grotta del complesso Pisapia/Mattioli, prevede l’accostamento delle sei birre griffate “VentriTRE’” (Amaranta, Esperia, Tamatea, Urania, Aura, Ambrosia) a salumi, formaggi, pasta fresca e torrone “made in Irpinia”. Le degustazioni si terranno tutti i giorni dalle ore 11 alle ore 23:30. Per chi non riesce a rinunciare ai lievitati, le stesse birre potranno essere degustate in abbinamento e pizze e panuozzi presso un altro stand allocato in piazza Umberto I.
Le birre “VentiTRE’”, realmente artigianali, non subiscono filtraggio o pastorizzazione, sono realizzate solo con ingredienti di assoluta qualità e sono prodotte nel rispetto dell’ambiente, infatti il 100% del ciclo produttivo avviene utilizzando fonti energetiche naturali e rinnovabili.
VentiTRE’, perché?
23 litri è stato il volume della prima cotta.
23 è il numero civico del laboratorio di produzione.
23 luglio è la data di fondazione del birrificio.
Le birre
Prodotte a Grottaminarda, nella valle dell’Ufita, le birre del birrificio VentiTRE’ sono preparate con acqua delle sorgenti irpine, pregiate, abbondanti e stabili nel tempo.
· Amaranta (American IPA) – Il nome di questa birra – dal termine greco amarantos (che non sbiadisce) – ne fa intuire il carattere esuberante. E’ caratterizzata da un deciso dry-hop di luppoli americani, sentori fruttati ed esotici. L’amaro finale persiste chiedendone un altro sorso.
· Esperia (Witbier) – Gli antichi greci con il termine “Esperia” indicavano le terre ad Occidente, Italia compresa. Questa birra viene prodotta utilizzando frumento, seguendo in parte la tradizione medievale. L’aggiunta di coriandolo, arancia amara e luppolo le conferisce un sapore fruttato ed acidulo, molto rinfrescante.
· Tamatea (Nelson Sauvin Pale Ale) – Una birra che asce fuori da un pensiero romantico di un indigeno neozelandese dalla quale questa bevanda prende il nome. Un eroe Maori passato alla storia per un gesto che ha dato il nome a una collina. Il suo aroma rimanda, infatti, all’aria fresca delle verdi colline: fruttato e simile al Sauvignon Blanc.
· Urania (Oatmeal Stout) – Urania nella mitologia greca è la musa consacrata all’Astronomia. Il suo nome significa “Cielo”, ed è proprio al cielo notturno che il colore di questa birra rimanda. Caratterizzata da abbondante schiuma color cappuccino, chi la beve la deve sorseggiare lentamente per carpire i piacevoli sentori di cioccolato e caffè.
· Aura (Strong Golden Ale) – Una birra bionda dal colore oro carico, potente al naso, ma fresca, caratterizzata da note di albicocca e frutta candita. Il bocca è equilibrata, con eleganti note fruttate, che si fondono con un sentore dolce e mieloso che maschera la sua generosa gradazione alcolica.
· Ambrosia (American Barley Wine) – L’Ambrosia, il cibo e la bevanda degli Dei… Una birra per le occasioni speciali, dall’alto contenuto alcolico, con aroma di luppoli floreali, arricchita dal gusto del miele, suo elemento essenziale. Come il vino, trae giovamento da un lungo invecchiamento.