Ad un passo dalla storia, forse non tanto vicina come la si credeva. L’appuntamento era a Londra, gli azzurri sono arrivati puntuali, ma poco lucidi rispetto agli avversari. Un nuovo Chelsea che, con Di Matteo, cercava la storica vittoria per ribaltare il risultato dell’andata e qualificarsi ai quarti e così è stato. Cinici e pieni d’esperienza gli inglesi hanno avuto la meglio dopo una serata di emozioni. Nelle tribune inglesi, sotto a cappellini e sciarpe dei Blues, si nascondevano migliaia di tifosi azzurri, accorsi da Napoli per l’impresa di cui tanto si è parlato nelle scorse settimane. Un 3-1, quello ottenuto al San Paolo, da difendere a denti stretti. Un risultato comodo, ma non rassicurante da placare gli animi di casa Napoli. Mazzarri, ottenuta la riduzione della squalifica, si è presentato in panchina teso ma motivato. Sul volto degli azzurri un sorriso leggermente accennato all’urlo “The Champions”, che anche stavolta ha fatto eco nello stadio inglese. Circa 5000 i supporters napoletani, che ci credevano, che ci hanno creduto fino al 120° minuto di gioco. La Mazzarri Band ha più che convinto nel primo tempo, in cui si è imposta con le sue ripartenze e con gli alti ritmi di gioco, impegnando più volte Cech. Veloci, ordinati e grintosi, ma poco cinici sotto porta, quando bisognava prendere la mira e portare a casa un gol importante. Ci pensa Drogba a spaventare i sei milioni di tifosi napoletani sparsi in giro per il mondo. Un colpo di testa potente e preciso, sbuca dal centro dell’area di rigore. Bisogna reagire. Il Napoli cerca quel gol che non è riuscito a mettere a segno nelle precedenti azioni costruite, ma il risultato non cambia. Si torna negli spogliatoi tra gli applausi e il tifo degli ultras partenopei. “Devi Vincere, Devi vincere” è questo il coro che proviene dal settore ospiti. Poi il silenzio, l’aria incredula al raddoppio del capitano Terry, che ancora una volta di testa sorprende la difesa azzurra. Un colpo tagliente e ben angolato, su perfetto corner, che riaccende le speranze dei suoi tifosi. Il risultato più scomodo. Senza gol il Napoli è automaticamente fuori dalla corsa Champions. Il colpo si fa sentire e come, ma bisogna rimettersi in sesto. Sembra di tornare a Villareal, quando segnare era diventato l’unico obiettivo. Ci risiamo, stesso copione e stessi attori, ma soprattutto stesso protagonista. E’ Inler a calciare da fuori area con potenza e precisione. Quell’angolino basso alla destra di Cech insacca la palla e fa rabbrividire tutti. Sugli spalti la carica e l’euforia fanno alzare le temperature. Torsi nudi e scintille con gli steward, che non hanno gradito l’esultanza dei napoletani. Ora toccherà solo mantenere il risultato, ma Dossena, così come con il Parma, alza troppo un braccio nella propria area di rigore e stoppa la palla senza pensarci due volte. Brych non ha dubbi, è rigore. Lampard dagli undici metri sfida De Sanctis e mette a segno la terza rete. Conti pareggiati, è tutto da rifare. Poco più di 15 minuti per cercare il gol della vittoria, il Chelsea inizia ad accusare la stanchezza, ma Drogba e Torres non sprecano occasioni per diventare pericolosi. Due i minuti di recupero concessi da Brych, giusto il tempo per prepararsi psicologicamente ad un’altra intensa mezz’ora di gioco. Tempi supplementari. Bosingwa e Malouda al posto di Terry e Mata. Si prova il tutto per tutto, le squadre sono lunghe e le difese scoperte, ma il Chelsea con esperienza punisce. E’ Ivanovic, al 104′, a spegnere le speranze azzurre con il quarto gol dei Blues. Ancora una volta lasciato libero dalla difesa, centra facilmente la porta. Esplode lo Stamford Bridge, mentre sui volti dei tifosi napoletani traspare un velo di tristezza e rabbia. Mazzarri prova a buttare nella mischia Pandev e Vargas al posto di Hamsik e Aronica, ma nulla da fare, l’ultimo quarto d’ora serve veramente a poco. Niente colpe,niente accuse, nessuna delusione. Questa volta solo tanti applausi. E’ brutto svegliarsi da un bel sogno e, ancor più brutto, dover mettere fine ad una realtà che iniziava ad assumere sembianze magiche. Ci abbiamo messo l’anima,ci abbiamo provato fino all’ultimo, ma questa volta non è andata come speravamo. Le lacrime del Pocho, l’incredulità di Hamsik e le parole e gli abbracci di conforto di Capitan Cannavaro, questa è l’immagine commovente che chiude il sipario dello Stamford Bridge. Bisognerà tornare a casa, rimboccarsi le maniche e andarsi a riprendere un posto in Europa, per poter riassaporare nuovamente il gusto di palcoscenici che fanno gola. Un viaggio silenzioso, solo tanto dispiacere. Capodichino però è tinta d’azzurro anche stavolta. Un piccolo gruppo di tifosi ha atteso fino all’alba il rientro della squadra, riuscendo a strappare finalmente qualche sorriso ai protagonisti di questa favola. “Grazie ragazzi” è impresso su uno striscione. Poche parole, ma quelle giuste per riaccendere le speranze e ricordare che questo Napoli è motivo d’orgoglio.