Capodimonte non come un museo, ma come una mostra perenne, che in questi giorni apre le porte all’artista di fama internazionale Jan Fabre. Oro rosso è il titolo della mostra che si inserisce, per allestimento e per soggetti scelti, in un contesto particolare, contrastivo e scioccante come quello antico della collezione del Cinquecento e del Seicento al secondo piano del Museo.
I pezzi scelti per la mostra sono capolavori lavorati con il corallo mediterraneo: spade, cuori e crani di sembianze organiche che riprendono la simbologia e i colori dell’arte cristiana occidentale, in un ‘accoppiamento’ traumatico con alcuni pezzi della collezione classica, come Pontormo, Bruegel, El Greco…
Un allestimento, curato da Stefano Causa e Blandine Gwizdala, che associa antico e contemporaneo in un museo dove la sezione contemporanea fu inagurata nel lontano 1978 con la prima esposizione dedicata ad Alberto Burri. L’antico e il contemporaneo si fondono nuovamente, in accostamenti e confronti che hanno ‘un sapore particolare’, come hanno spiegato i curatori della mostra- ‘in un dialogo spesso scioccante tra gli antichi maestri, italiani e nordici’.
Alla preview della mostra del 26 marzo seguirà un programma articolato in diverse sezioni in cui il tema Oro rosso fa da legante tra i diversi allestimenti: Jan Fabre. Omaggio a Hieronymus Bosch in Congo, il 29 marzo, Studio Trisorio, Jan Fabre. L’uomo che sorregge la croce, il 30 marzo al Pio Monte della Misericordia, e Jan Fabre. L’uomo che misura le nuvole al Museo Madre, sempre il 30 marzo.
La mostra d’oro e corallo è aperta al Museo di Capodimonte dal 30 marzo al 15 settembre.
Daniela Cardone