34 anni senza Giancarlo, il Pan dedica a Siani una sala-museo

Sono passati 34 anni da quell’omicidio di camorra. Uno dei tanti, ma non uno qualunque. Giancarlo Siani, cronista precario de Il Mattino, veniva barbaramente ucciso a bordo della sua auto, sotto casa sua, nel quartiere Vomero. Il 19 settembre, giorno di San Gennaro, Siani avrebbe compiuto 60 anni anni. Nonostante quella morte ingiusta, Giancarlo vive ancora nella ricerca della verità di chi ogni giorno scrive per trovarla e soprattutto nella voce del fratello Paolo, medico pediatra del Santobono di Napoli, che 33 anni fa fondò l’associazione Giancarlo Siani, “perché capimmo che subito dovevamo dare una risposta organizzata a questo evento drammatico che ci aveva colpito. Dopo tanti anni abbiamo ormai le gambe forti per poter fare una Fondazione. La presiederà mio figlio Gianmario e mia figlia Ludovica, sono loro che in qualche modo porteranno avanti da oggi in poi questa battaglia in ricordo di uno zio mai conosciuto”. Così Paolo Siani in un’intervista a La Repubblica. Oggi il Pan-Palazzo delle Arti di Napoli, apre ancora le porte porte alla sua storia e dedica al cronista di Torre Annunziata una sala-museo, per continuare a raccontare la storia di un uomo che con il solo potere dell’inchiesta e dell’inchiostro ha saputo terrorizzare il sistema cammorrostico e non solo.

Sulla neonata Fondazione, Paolo Siani, spiega a La Repubblica, di cosa si occuperà. “Organizzerà il Premio Siani, che si svolge da anni e che coinvolge gli studenti, in modo più strutturato coinvolgendo più scuole anche non in Campania. Promuoveremo convegni, ci interesseremo di agire sulla prevenzione, così hanno deciso i miei figli. Faremo programmi sui bambini piccoli, sulle fasce di età più deboli. Inizieremo dai ‘muschilli’, lì dove con il suo articolo finì la vita di Giancarlo”.

Si è parlato poi anche della Sala della Memoria allestita al Pan:

“Accanto alla Mehari, la macchina di Giancarlo, ci saranno tutti i nomi delle vittime innocenti, scritte sulla cupola, così ci guarderanno e poi ci saranno i nomi dei giornalisti uccisi, i volti delle vittime. Sarà una sala che inaugureremo lunedì(oggi, ndr) alla presenza del presidente della Camera, Roberto Fico, per capire la sofferenza e per prendere la distanza dalla criminalità organizzata”

L’intervista si chiude poi con una frase apparentemente “dura”, che però mira a trasmettere fedelmente il messaggio di Giancarlo:

“Spero che sia visitata dalle scuole campane, di tutta Italia, finanche dai turisti. Mi auguro soprattutto che diventi una scossa per i ragazzi indecisi che non sanno da che parte stare“.