Jurgen Klopp, in occasione della serata di gala Best Fifa 2019, ha ricevuto il premio come miglior allenatore della scorsa stagione. Dopo aver ringraziato ed elogiato i suoi calciatori scherza: “Sono stati grandi, anche se in Italia ora pensano che non sappiamo più giocare a calcio per colpa del Napoli“.
È vero, peccato che il Napoli, per tradizione, è grande con le grandi e la più piccola con le piccole. Dalla sfida con il Liverpool a quella col Cagliari sembra passata una eternità. In solamente otto giorni i partenopei mostrano le due facce della stessa medaglia.
I dati di ieri sono chiari: 63% di possesso palla degli azzurri, con 17 tiri di cui 8 nello specchio, 13 calci d’angolo e 542 passaggi completati contro i 241 dei sardi. Eppure non basta. Senza dubbio se fosse entrato il tiro Mertens, stampato sul palo, si baderebbe poco o niente alle critiche. Il Napoli gioca, spinge, ma non segna. I ragazzi di Ancelotti sembrano già stanchi: inaccettabile alla sola quinta giornata di campionato.
Rispetto alla gara contro il Liverpool, il Napoli cambia poco: un Allan sottotono sostituisce Fabian Ruiz e un Maksimovic determinato non fa rimpiangere Koulibaly. Cos’è cambiato dunque? L’euforia e la voglia di mostrarsi più forti dei campioni d’Europa o l’atteggiamento di chi scende in campo credendo di aver già vinto? Il Napoli da sempre fa fatica con le squadre di media-bassa classifica che difficilmente mostrano il loro gioco, e ieri Maran sembrava allenare proprio il suo amato Chievo Verona. Eppure la soluzione a queste gare sembra essere a portata di mano. Quella di ieri poteva essere la partita perfetta per “l’attacco pesante”, match perfetto per Llorente e Milik che, in area piccola, creano non poche difficoltà agli avversari.
Qual è il ruolo di Younes? Perché al tedesco non è data l’opportunità di giocare ed esprimersi in campo? Con un Insigne non al top, l’ex Ajax può essere la giusta alternativa. Col Napoli ha sempre fatto bene, per quel poco che ha potuto mostrare. E siamo sicuri che Lozano sia l’acquisto giusto? Il talento non si discute, ma nel 4-4-2 sembra un pesce for d’acqua. Ancelotti si innamorò del calciatore che, nel PSV e in nazionale, giocava esterno d’attacco. A quanto pare, adattarlo nei due d’attacco è un grande spreco.
La porta di Olsen è stregata, Mario Rui spreca a due passi e Mertens non può risolvere ogni partita. La strada è lunga, sì, ma i campionati di perdono (e si vincono) così. Intanto l’Inter fa sul serio e si impone per 1 a 0 sulla Lazio, mentre la Juventus sembra non brillare come con Allegri. I nerazzurri sono a +6 dagli azzurri. È dura accettarlo, anche se siamo ancora a settembre. È dura accettarlo, ma il Napoli deve imparare ad essere grande anche con le piccole.
Salvatore Esposito