Giovedì 2 novembre, la Roma stende gli azzurri e allunga a +4, confermando il terzo posto in solitaria. Al 19° minuto un tiro di Zaniolo porta in vantaggio la squadra capitolina e pochi istanti dopo è concesso un rigore ai padroni di casa per un fallo di mano di José Callejon. Sul dischetto Meret incanta Kolarov e mantiene il risultato sull’1-0. Nella ripresa, dopo soli 10 minuti, Mario Rui, in area, colpisce la palla con il braccio e Veretout, che si propose al Napoli quest’estate, trasforma sul dischetto. Subentra Lozano e al 72° serve un assist a Milik che accorcia le distanze. La partita però si conclude sul 2-1. In panchina, con Carlo Ancelotti squalificato, siede Davide, allenatore in seconda. Discutibili i cambi effettuati dal trentenne: fuori Callejon, Insigne e Mertens per un Lozano che, al di là dell’assist, continua a mostrare lacune nel suo gioco; Younes che poco ha mostrato e poco ha dato a questo Napoli sotto nel punteggio, e con Llorente che, forse, avrebbe fatto meglio se affiancato dal belga.
Al 68° la partita è sospesa per due minuti per i soliti e aberranti cori razzisti nei confronti dei napoletani. Da elogiare il gesto di Edin Dzeko che invita i suoi tifosi ad applaudire la scelta dell’arbitro Rocchi di fermare il match, dando così uno schiaffo morale a quegli pseudo-tifosi che sugli spalti cantavano “Vesuvio lavali col fuoco”.
Si è sentito più volte dire che il Napoli non ha una propria identità. Mai frase fu più giusta. Per alcuni tratti della stagione il Napoli mostrava una solida difesa ed un attacco spento: nelle quattro partite contro Brescia, Cagliari, Genk e Torino gli azzurri segnarono solo due gol. Oggi il problema è la difesa: sono 7 i gol subiti nelle ultime 4 gare ufficiali. Koulibaly è l’ombra del K2 candidato al pallone d’oro.
La
squadra di Ancelotti è in seria difficoltà, con 18 punti in 11 partite di Serie
A. Tre sconfitte e tre pareggi, il Napoli perde 15 punti su 33 disponibili e,
rispetto all’anno precedente, ne ha 7 in meno. Gli azzurri si ritrovano al
settimo posto mentre l’Inter di Conte è a +10 dal Napoli.
Iconica la frase del mister a Dimaro che disse: “Il secondo posto non basta più, ora vogliamo vincere”. Cos’è
cambiato da Agosto ad oggi? Davvero Ancelotti non è riuscito a leggere le difficoltà
della squadra e della sua struttura prima del campionato? Se si puntava allo
scudetto, adesso quali sono gli obiettivi del Napoli? Il solo quarto posto, che
comunque garantisce l’accesso alla Champions League, dopo anni di sacrificio,
sta davvero stretto.
De Laurentiis manda la squadra in ritiro fino a domenica, definendo però quest’azione come “non punitiva”. Una decisione sulla quale il mister non è d’accordo: “La società ha preso questa decisione e noi l’accettiamo. Però, se mi chiede se sono d’accordo, dico di no. Non cambia nulla nel rapporto col presidente”.
Anche Kostas Manolas commenta la decisione societaria: “Difficoltà in difesa? È colpa di tutta la squadra. Quando si prende un gol non è mai causa di un solo calciatore. Si difende e si attacca in 11. Dobbiamo fare meglio perché siamo forti”.
Salvatore Esposito