Un patrimonio storico e artistico di inestimabile valore, quello recuperato nelle segrete e nelle casseforti dell’edificio della Deputazione che ospita la Cappella del Tesoro di San Gennaro e il Museo. Forse uno dei rinvenimenti più importanti della storia dell’arte partenopea. Opere preziose rinvenute quasi per caso rimaste rinchiuse per secoli negli armadi delle sacrestie e dell’archivio storico, tutte raffiguranti il volto del Santo Patrono di Napoli.
E’ stata presentata ieri in anteprima, nelle sale del Museo del Tesoro di San Gennaro in via Duomo, l’esposizione inedita “I Volti di San Gennaro” e resterà aperta al pubblico fino al 30 giugno 2012. Il popolo napoletano da secoli devoto al Santo, invoca il miracolo durante l’attesissima cerimonia della liquefazione del sangue, urlando a gran voce la frase “San Gennà fa o’ miracolo”. Paradossalmente proprio come la città di Napoli, egli non ha un’unica immagine, un volto definito ma uno, cento, mille, milioni di volti e rappresenta i volti e la storia di un territorio. Assume nel corso dei secoli le sembianze di chi l’ha raffigurato, dal Domenichino al Fanzago, dal De Mura al De Ribera. Il tesoro di San Gennaro da oltre sette secoli è l’unico ad essere rimasto intatto e raccoglie più di 21.000 capolavori.
Il Direttore del Museo, Paolo Jorio, motivato da più di otto anni dalla passione per la ricerca e in particolare dall’amore per la sua città, ha proposto e curato questo emozionante e unico itinerario attraverso le raffigurazioni che i più grandi artisti nel corso dei secoli hanno dedicato al Santo. L’esposizione “I volti di San Gennaro” si articola in tre sezioni; nella prima i visitatori potranno ammirare preziose e antiche incisioni su rame attribuite a Luca Giordano e a Francesco Solimena, il seicentesco dipinto di Oronzo De Leoni del complesso dei Girolamini di Napoli, i disegni originali e le medaglie fatte coniare da Gioacchino Murat per i componenti della Deputazione della Cappella di San Gennaro. E ancora il progetto originale di Cosimo Fanzago per la realizzazione e la costruzione della guglia di San Gennaro del 1631 di Piazza Riario Sforza a Napoli e il disegno originale dell’apparato funebre realizzato per la morte di re Ferdinando II. La seconda sezione è dedicata alla proiezione di film dedicati al Santo, tra i quali il celebre “Operazione San Gennaro” di Dino Risi, “I lre di Poggioreale” di Duilio Coletti, “Passione” di John Turturro, “La Repubblica di San Gennaro” di Massimo Costa.
L’ultima sezione dell’esposizione riguarda l’aspetto laico del culto legato al Santo, dal titolo “San Gennaro profano”. Il fotografo napoletano Roberto Stella ha realizzato immagini insolite relative all’antico busto in oro e argento di San Gennaro del 1305, evidenziandone aspetti e misteri simbolici. Insieme alle opere di Stella sono esposti prodotti e gadget curiosi che ripropongono l’icona di San Gennaro, basti citare i barattoli di pomodori di Gragnano “Il miracolo di San Gennaro” oppure le bottiglia d’olio d’oliva, i maccheroni e le bandiere della squadra di calcio del Napoli. Il percorso espositivo termina con una selezioni di immagine proiettate su otto maxischermi ad alta definizione per consentire al pubblico di scoprire le innumerevoli opere dedicate al Santo virtualmente, attraverso il catalago interattivo del Centro Regionale per i Beni Culturali della Campania (www.campaniacrbc.it).
Una splendida occasione per i milioni di devoti ma anche per gli appassionati di arte, una mostra che rappresenta lo spaccato della storia e della cultura della Campania, non solo di Napoli.