La sconfitta di ieri sera è stata netta, pesante ed umiliante. Un perentorio 3-0 che nessuno si aspettava si è abbattuto violentemente sul Napoli come un macigno che ha aperto una voragine profonda e dolorosa all’interno dello spogliatoio azzurro (contro la Lazio sabato prossimo il conto pagato al cassiere torinese ieri risulterà estremamente salato sia in termini di infortuni per quanto riguarda la ricaduta di Maggio uscito anzitempo dal match che di squalifiche con Gargano che sarà fermato per un turno dal giudice sportivo) proprio nella trasferta più sentita della stagione. Si poteva anche perdere a Torino, ma non in quel modo balordo, con onore e lottando fino alla fine avremmo in qualche modo accettato la superiorità dei bianconeri e digerito forse meglio il kappaò contro un forte avversario che gode tra l’altro di ottima salute (e favori arbitrali). Invece, senza nemmeno impensierire mezza volta Buffon – che sembrava più che impegnato in una partita di calcio seduto in riva al mare a prendere spensieratamente il sole durante le vacanze estive – siamo usciti dal campo a testa china, scherniti e offesi dal pubblico locale (che nella civile Torino si riconferma sempre più razzista e xenofobo nei confronti di Napoli e dei napoletani) e col morale sotto i tacchi per una prestazione complessiva da quattro in pagella. Cosa sia accaduto al gruppo e ai TreTenori prima del mach non si sa, sta di fatto che un involuzione così perentoria non può far altro che preoccupare i tifosi nonostante le avversarie non sembrano godere di uno stato di salute altrettanto importante. Se da un lato Lazio e Udinese arrancano c’è da dire chela Roma inizia ad avvicinarsi minacciosamente e che l’Inter in silenzio e sottovoce comincia a credere nella rimonta. La stagione è arrivata al momento clou, tutti gli obiettivi sono ancora incerti e, dall’assegnazione dello scudetto fino alla retrocessione, ogni traguardo è assolutamente possibile e raggiungibile. Il Napoli paga in modo particolare i due punti buttati al vento contro il Catania, punti che avrebbero fatto quantomeno assottigliare il gap con i ciociari di Reja che distano sempre tre lunghezze. Nonostante tutto il tempo per recuperare ci sarebbe, ma è indubbio che la partita di sabato diventa un crocevia fondamentale per le ambizioni champions. Una vittoria (ma anche un pareggio) all’Olimpico lascerebbe intatte le speranze di sorpasso (o aggancio), mentre una sconfitta complicherebbe oltremodo il percorso (a -6 poi sarebbe veramente dura recuperare terreno).
I numeri
12 vittorie, 12 pareggi e ben sei sconfitte il magro bottino conquistato dagli azzurri che avevano trovato anche un buon filotto di risultati dopo il giro di boa: dopo il ko di Genoa, infatti, erano arrivate cinque vittorie consecutive oltre ai quattro pareggi che avevano fatto scalare la classifica e superato avversari proprio quando tutto sembrava perduto. Poi la sconfitta di ieri ha interrotto la serie positiva che durava da ben otto giornate, ma una nuova serie di vittorie potrebbe nuovamente far proiettare gli azzurri alle spalle del duo ormai inarrivabile di bianconeri e Milan.
Un punto in più rispetto all’andata
Nel girone di andata il Napoli stentava (18 punti con 5 vittorie, 3 pari e tre sconfitte) e si diceva che era la champions a far perdere punti per strada. Dopo un girone e soprattutto dopo l’uscita dolorosa col Chelsea il Napoli in 11 partite non ha certo fatto faville: Cavani e soci hanno collezionato un solo punto in più rispetto all’andata (19 in tutto con 5 successi, 4 pareggi e due sconfitte). Il bottino non è da primissima fascia e solo i risultati scadenti della concorrenza tengono ancora a galla la banda di Mazzarri. Ma non si può sempre sperare nelle sciagure altrui, se si vogliono mantenere i sogno di gloria bisogna ricominciare a prendere confidenza con i tre punti.
La quota champions
E infatti la quota champions scende vertiginosamente. Appena un anno fa il Napoli era terzo in classifica con ben 59 punti mentre oggi è la Lazio con appena 51 ad occupare il terzo gradino della classifica. Se da un lato gli azzurri pagano lo scotto di avere 11 punti in meno, dall’altro il bicchiere sembra essere mezzo pieno in quanto la zona champions si è abbassata aprendo le porte, però, a più soluzioni con una concorrenza molto più agguerrita rispetto allo scorso anno.
Il calendario
Nelle otto gare rimanenti il Napoli dovrebbe provare a vincerne almeno 6 e cercare di uscire indenne dalle due trasferte romane: con 20 punti il terzo posto potrebbe essere assolutamente alla portata visto l’andamento generale. Battere Atalanta, Novara, Palermo e Siena al San Paolo e Lecce e Bologna in trasferta non sarebbe un impresa impossibile.
A patto che non si giochino più partite come quelle di ieri. I tifosi azzurri non meritano di assistere a tali spettacoli indecorosi.