Quella azzurra, fino a qualche mese fa, era la tifoseria più calda d’Italia. Una volta Yaya Touré disse: “Al San Paolo mi tremavano le gambe, dopo l’inno della Champions capii in che guaio ci eravamo messi”.
Ad oggi i calciatori azzurri non possono fare più affidamento al calore napoletano. I tifosi sono in protesta per le forti regole concordate tra società e procura. I gruppi ultrà hanno deciso di disertare, e lo stadio non è più dipinto d’azzurro in assenza di bandiere.
Il “nuovo teatro San Paolo”, muto e desolato, fa strano. È ancor più triste in partite importanti, come l’ultima tra gli azzurri e l’Inter capolista. Il dodicesimo uomo è utopia, ed i più forti, come Yaya Tuoré all’epoca, non hanno più timore di mettere piede nello rettangolo di gioco azzurro.
Il fattore casa NON esiste più. Numeri alla mano: La squadra di Gattuso conquista solo 11 punti su 24 tra le mura amiche; gli altri 13 sono frutto di risultati positivi lontani dal Vesuvio.
I problemi in casa Napoli sono tanti, e sembra impossibile salvare la stagione. Un anno destinato a concludersi senza accedere alle coppe europee. Tale risultato, oltre ad aver rovinato l’annata 2019/2020, condanna anche quelle successive. Il Napoli non andrà in Champions, è assodato. Giocatori di importante calibro, come Koulibaly o Allan, non resteranno in maglia azzurra. Calciatori “top” come loro non possono permettersi di cestinare un anno della loro carriera e non partecipare alla prestigiosa coppa dalle larghe orecchie.
Il colore del futuro è nero, e l’unica cosa certa è che questa è una rosa da rifondare!
Salvatore Esposito