L’amica Geniale, colpi di scena ed emozioni nelle prime due puntate

L’amica Geniale torna in prima visione su Rai 1 con la seconda stagione l’imperdibile appuntamento con la serie televisiva napoletana firmata HBO. Nella seconda serie Lenù e Lila ripartono esattamente da dove ci avevano lasciato, nella prima stagione, sia in termini di sceneggiatura che in quelli di share, con 7 milioni di spettatori e le due amiche che tornano dal matrimonio di Lila.  Ma i primi 2 capitoli della serie, ci hanno rilevato grandi emozioni…

ATTENZIONE SPOILER

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Ogni serie ha inizio con una sigla, ed ognuna di questa è rivestita di una propria importanza, i primi frame ci lanciano negli anni ’50, in una Napoli frenetica e consumistica, in primo piano l’intera cultura di massa di quegli anni, proprio come scriveva Roland Barthes, nel suo saggio ‘’miti d’oggi’’ eccoci rappresentati in un frenetico montaggio la denuncia al carattere ideologico della società piccolo borghese napoletana, dalla sigaretta, all’acconciatura, gli slogan sulla spiaggia, i continui manifesti politici di sinistra sui muri del rione, le borse griffate, le nuove macchine sintomo dell’imminente boom economico. Ma ecco che ad ogni faccia della moneta corrisponde il suo contrario, al nuovo salotto borghese con vasca incorporata di Lila c’è da pagare un prezzo troppo alto, quello di un occhio nero, quello del Patriarcato. Parola che sovrasta l’occidente da più di duemila anni, che porta con sè altre parole cariche di violenze, come quelle subite da Lila che sembra pronta sopportare e che addirittura a ricambiare, una volta arrivata l’occasione. Emblematica la scena del ritorno a casa dal viaggio di nozze, qui il regista Saverio Costanzo con gran maestria, è riuscito con delle inquadrature magnifiche a rendere lo spettatore partecipe dell’angoscia e prigionia di Lila, di fronte l’intera sua famiglia, proprio come Hitchcock fece con la ‘’Bergman’’, nel film ‘’Notorious’’. Mentre Lila ha ben chiara la situazione all’interno del Rione, Lenù affronterà la propria presa di coscienza in secondo momento, comprenderà solo allora che il Rione, formato da persone analfabete e senza cultura, potrebbe essere visto, più semplicemente, come una società tribale. Nell’ ambiente comunicativo di quest’ultima, si determina il linguaggio verbale che convive con il linguaggio espressivo del corpo, delle produzioni artistiche e grafiche, ma che non è accompagnato da un sistema strutturato di scrittura adeguata. Il vero problema della sola comunicazione orale e che vive nel campo costante e perentorio, della memoria. Dove tutto è ridondante e poco incline al cambiamento, ed è proprio questo che spaventa Lila e Lenù anche se (forse) in modo inconscio. Ma questo scambio di condivisione, questa rielaborazione del senso comune, del gruppo sociale, non è forse la stessa che è propria delle serie televisive che gli stessi spettatori consumano quotidianamente? 

I primi 2 capitoli terminano con ben 2 colpi di scena, ne analizzeremo insieme i dettagli nel prossimo articolo.

Giuseppe Mugnano