La gara con l’Atalanta è alle porte e in casa azzurri si cerca di archiviare le ultime disfatte in trasferta e le polemiche scaturite dai due tonfi a Torino e Roma. Per il mister la squadra è compatta e serena ma «incazzata» per i kappaò nelle ultime due trasferte e cercherà di fare bottino pieno nelle restanti partite da giocare.
Due sconfitte nelle partite definite decisive per l’andamento della stagione, con zero punti conquistati e sei gol sul groppone non possono far rimanere impassibili e, soprattutto, farebbero passare la voglia di sorridere a chiunque. Mazzarri compreso, che si presenta in conferenza stampa pre gara con la solita puntualità e serietà nell’espressione e nei toni. È sin troppo evidente che i due kappaò hanno lasciato il segno. Impossibile non partire dall’ultima uscita, però stavolta a differenza della partita di Torino mettere il dito nella piaga di una ferita ancora sanguinante risulta essere la scintilla che fa scattare la rabbia nel mister che non risparmia parole al vetriolo verso parte della stampa: «E’ stata dura digerire una sconfitta giunta in questo modo. A differenza della partita con la Juventus dove siamo scesi in campo con un atteggiamento leggermente diverso dal nostro solito e dove abbiamo sbagliato forse una partita contro un avversario che molto probabilmente vincerà lo scudetto, contro la Lazio il Napoli ha giocato una grandissima partita ed’è stato penalizzato solo dagli episodi negativi e da alcune grossolane sviste arbitrali. Perché è innegabile che dopo il pareggio ci fosse un rigore a nostro favore che avrebbe fatto cambiare il corso della partita e che sul 2-1 per loro sia stato annullato un gol regolare a Cavani per un fuorigioco inesistente. Ma purtroppo non tutta la stampa e gli organi di informazione hanno voluto sottolineare questi episodi, descrivendo la partita con i biancocelesti come un incontro a senso unico e dominato dagli avversari. Ma così non è stato. Pandev e Cavani hanno fallito altre opportunità che altre volte non hanno sbagliato, ma questo è il calcio e dobbiamo accettare il verdetto del campo, ma non si possono non sottolineare certi episodi che di sicuro hanno deviato il corso della partita. Non meritavamo di perdere – continua Mazzarri – e quantomeno se tutto fosse andato come doveva non avremmo perso, perché il pareggio ci poteva pure stare ma addirittura la sconfitta è stata una punizione troppo severa per una squadra che ha creato tante palle gol». Spogliatoio disunito e spaccato dopo la sconfitta? Macché! Guai a parlarne! Perché la situazione dall’esterno potrebbe far sembrare questo ma «il gruppo è unitissimo e compatto, anzi vi dirò che nella mia carriera da allenatore non ho mai avuto un gruppo di ragazzi così coeso. Ho visto volti affranti dopo la sconfitta. La verità è che certe sconfitte bruciano e poi se non si raggiungono dei risultati la delusione raddoppia. In due anni questi ragazzi stanno correndo e dando il massimo e può capitare, dopo un anno che si tira il carro e soprattutto dopo gli impegni europei, che qualche punto lo si lasci per strada e che non sempre la forma fisica sia al top. Però a dire che il mio gruppo sia in crisi ce ne vuole. Sono fiero dei ragazzi e di quello che stanno facendo». Il tormentone sul futuro? La risposta è sempre la stessa:«Ho un anno di contratto ancora col Napoli e per quanto mi riguarda non mi interessano altri discorsi. Sono fiero di poter allenare almeno per un altro anno questi ragazzi». Sul fatto che non arrivino risultati nonostante vi siano state settimane tipo a disposizione il mister rinvia alle prossime settimane «perché sono appena due le settimane tipo avute a disposizione». Anche se non si può non sottolineare che anche nell’intervallo tra i gironi di champions e gli ottavi col Chelsea non sono arrivati risultati sfavillanti e paradossalmente il Napoli ha avuto un rendimento maggiore proprio quando impegnato su due fronti. Sul terzo posto: «Non ho mai parlato di obiettivi, sin dall’inizio della stagione – continua il mister – a me è interessato solo il processo di crescita della squadra e posso dire che questa crescita sta avvenendo, anche se sulla strada ci sono stati degli incidenti di percorso quasi naturali». La serata di Londra causa di tutti i mali? «Io sapevo perfettamente che questa sarebbe stata un’annata difficile. La partita che temevo di più e che in effetti ci ha tolto parecchie energie nervose è stata quella col Siena dove affrontavano un avversario inferiore a noi e dove non potevamo fallire la qualificazione. È assolutamente possibile anche che dalla sconfitta di Londra sia cambiato qualcosa perché questa squadra oltre a sentire le sconfitte adesso sta attraversando un momento di appannamento in alcuni ragazzi. Però vi assicuro che tutti escono dal campo sudando la maglia ed impegnandosi al massimo delle possibilità». La partita di domani per Mazzarri potrebbe diventare – come successo contro il Chievo – un vero e proprio «spartiacque dove si potrebbe riaprire un ciclo di vittorie proprio come successe con i veneti. Sarà comunque – chiude Mazzarri – una gara difficile sperando che il pubblico ci sostenga fino al 96’ per poter ricantare le note de ‘o surdato ‘nnammurato, preso in prestito ultimamente dalle tifoserie avversarie che probabilmente in passato lo hanno imparato a memoria, talmente sono state le volte che lo hanno ascoltato dopo le nostre vittorie».
Il San Paolo e i tifosi azzurri non aspettano altro. A partire da domani contro l’Atalanta dell’ex Pier Paolo Marino, anche lui abituato ad ascoltare quel coro cantato da uno stadio intero.