Il nuovo decreto del Governo denominato “Cura Italia” trascina con sé lamentele e insoddisfazione da parte di alcune categorie di lavoratori. Nel caso specifico dei commercianti quel che fa particolarmente discutere è l’assenza di una norma per esentare i proprietari di attività dall’obbligo di versare le imposte su affitti, utenze e bollette. Bisogna tener conto che dopo mesi di chiusura le imprese non hanno liquidità per far fronte alle scadenze e alle spese correnti; così da nord a sud, senza differenza alcuna, artigiani, commercianti e liberi professionisti chiedono aiuto e sostegno da parte del governo.
A Napoli, nel quartiere di Bagnoli, si alza la voce: una buona fetta di proprietari dei locali che danno vita alla zona flegrea si uniscono al grido “io non posso pagare”, diffondendo l’hashtag sui social.
I Bagnolesi, decisi a farsi sentire, non temono di esibire un gesto forte: #iononpossopagare è seguito da foto dei commercianti, dinnanzi le loro attività, con un cappio legato al collo, simbolo chiaro di una situazione disperata, di un’imposizione che sta stretta tanto da far mancare l’aria.
Alla foto si aggiunge un testo altrettanto incisivo:
“Io non posso pagare perché sono stato chiuso due mesi.
Io non posso pagare perché sono una P.iva ma non sono ricco.
Io non posso pagare anche se ho aperto.
Io non posso pagare perché gli orari ridotti non mi aiutano.
Io non posso pagare i miei dipendenti.
Io non posso pagare per gli errori non commessi.
Aiuti subito, aiuti concreti.
Perché un negozio che chiude è una luce in più spenta.”
I post sono tanti, altrettante le condivisioni che dimostrano il sostegno di clienti e di alcuni sindacati.
I lavoratori Napoletani – e più in generale di tutta Italia, senza differenze territoriali – sembrano uniti più che mai, un’unica voce, molti timori, tante domande. Non resta che attendere una risposta.
Chiara Iannello