Il Napoli cerca l’attaccante. Dal 2016, gli azzurri girano su due unici centravanti: Mertens e Milik. Il belga si è scoperto punta ed ha fatto la fortuna della squadra (oltre che sua); Il polacco invece, tra lunghi infortuni e discontinuità, non ha inciso poi così tanto: 37 reti in campionato in 4 anni sono pochi per una società che punta in alto.
Una ricerca continua del numero 9, che diviene un’ossessione: Gabbiadini si adatta ma è un pesce for d’acqua, Pavoletti colleziona 6 presenze e 0 gol, l’acquisto di Llorente non ha portato benefici e Hirving Lozano ha fallito da punta nell’esperienza ancelottiana.
Il Napoli cerca l’attaccante, eppure nel 2015 in panchina sedeva un calciatore che piaceva a tanti tifosi: Duván Zapata.
Il colombiano non era tra i preferiti di Rafael Benítez: 16 presenze in campionato e 5 gol nel primo anno, 21 presenze e 6 gol nel secondo. La politica dell’ex allenatore del Napoli, che tanto amava il turnover, era di lanciare in campo Duván solo nei minuti finali.
Eppure il talento era evidente: il calciatore correva, faceva a sportellate con i difensori avversari e creava non poche difficoltà.
La stagione 2015/16 vede un cambio di gestione in panchina: al Napoli arriva Maurizio Sarri. Morale della favola? Il colombiano non è mai rientrato nei piani del tecnico toscano, tant’è che Zapata non gioca mai nel “nuovo” Napoli e passa in prestito all’Udinese. Segna 19 gol in due anni.
Nell’agosto 2017 si trasferisce alla Sampdoria, in prestito con obbligo di riscatto, e realizza 11 reti.
Nel luglio del 2018 si trasferisce dalla Sampdoria all’Atalanta, in prestito biennale per 12 milioni di euro, con diritto di riscatto per ulteriori 14 milioni. Duván Zapata esplode: 23 gol in 37 partite.
Ad oggi è il perno d’attacco atalantino, e con Ilicic e Gomez compone una perfetta macchina da gol. Quella del colombiano è, senza alcun dubbio, la situazione peggio gestita dalla società Napoli negli ultimi 10 anni.
E ad oggi, Zapata, vale almeno 40 milioni.
Salvatore Esposito