Non se ne può più di vedere un Napoli così brutto, svogliato e nervoso. Oggi gli azzurri cadono al Bentegodi, perdendo 1-3 contro l’Hellas di Juric.
Al di là del gol record di Lozano, il Verona è padrona della partita. Il pareggio gialloblù nasce da più di una disattenzione in campo: Bakayoko non segue l’uomo, Lozano non copre la posizione di Di Lorenzo. Tra i calciatori nessuno si parla se non per mandarsi a quel paese.
C’è un clima di tensione che non porta alcun beneficio. Il 4-2-3-1 non convince, e non ha convinto mai. Sulla trequarti non c’è l’interprete, ed infatti sono pochissime le partite che il Napoli le ha risolte con chi si posiziona in quel ruolo. Ma con l’arrivo di Gattuso, un anno fa, i tifosi tirarono un sospiro di sollievo, poiché l’allenatore avrebbe riportato in campo il modulo del 4-3-3, unico schema aderente ai ragazzi a disposizione.
Il modulo è, su carta, il più sbilanciato al mondo. O si segna o si perde, semplice! Ce lo insegnava Benitez che con questo modulo dichiarava che vince chi segna più gol, non chi ne subisce meno.
Gattuso è confuso. Con la fortuna di segnare al 10° secondo, la squadra doveva aggredire più che mai. Il Verona, costretta a spingersi più del dovuto e tramortita dallo svantaggio, ha reagito alla perfezione, perché il Napoli non ha infierito. La squadra azzurra non sente l’odore del sangue dell’avversario, per citare le parole di Gattuso parlando della Juve. Anzi, è il classico felino che attende ed esce solo se c’è l’occasione.
A pochi minuti dalla fine, poi, il mister sposta Politano a sinistra. Il ragazzo è fuori posizione. Quindi ritorna a destra. Si prova l’impossibile, l’impensabile.
È una squadra allo sbando, che resta salda mentalmente per pochi minuti, fino a che un errore o una disattenzione di troppo innervosisce le gare. La partita contro il Verona è la goccia che fa traboccare il vaso. Qualcosa succederà.
Salvatore Esposito