Dopo la scommessa vinta di ‘’Mina Settembre’’, ecco che Rai Fiction e Clemart, lunedì 25 Gennaio, lanciano la prima stagione del ‘’Commissario Ricciardi’’. La serie conta quasi 6 Milioni di telespettatori e il 24,1% di share. Quest’alta percentuale di share dimostra ancora una volta che Napoli e la cultura partenopea affascinano e intrattengono e che il nastro patrimonio culturale ed artistico è la nostra risorsa più importante. La serie è trasposizione dell’omonima serie di romanzi di ‘’Maurizio Di Giovanni’’ è diretta da ‘’Alessando D’alatri’’. Il regista racconta una Napoli fascista degli anni ’30, tra arte barocca e quella medievale, richiamando il gotico e l’effetto noir, fa provare allo spettatore suggestioni mistiche e prova e gli richiede uno sforzo d’identificazione con l’animo tormentato di Ricciardi. Lo sguardo del regista è ampio su tutto il territorio napoletano dal Palazzo Reale a via Toledo, passando per i più piccoli e bui vicoli, si sposta poi anche a Nocera Inferiore fino a scoprire che la maggior parte della serie è girata oltre regione nella città vecchia di Taranto in Puglia. ‘’Lino Guanciale’’, il nostro Commissario ‘’speciale’’, già protagonista nella seria ‘’Dama Velata’’ insieme alla splendida ‘’Miriam Leone’’, in questa nuova avventura, ci regalerà non poche emozioni ogni lunedì su Rai 1, grazie ad un potere ereditato da sua madre, che si rivelerà per lui e chi gli sta intorno salvezza e dannazione. Lo spettatore che fruisce del Commissario Ricciardi vive la Napoli fascista e ne rimembra le condizioni di povertà e miseria, eppure riesce a percepire che la città mantiene una sua dignità, con valori forti e imprescindibili come la famiglia, l’onore, la religione e la stessa patria, tutti valori che troveranno pieno riconoscimento nelle future 4 giornate di Napoli. Ricciardi nella prima puntata è come chiuso in una cella, è come un pazzo che chiede aiuto, in un’epoca dove i pazzi non trovavano facilmente un posto nella società, per usare un eufemismo. Vedremo se nelle prossime puntate troverà la chiave per uscire o qualcuno arriverà in suo soccorso.
Giuseppe Mugnano