Rivoluzione Napoli, forse è il termine adatto per descrivere questo delicato momento.
D: Nando cosa ne pensi di ciò che sta accadendo al Napoli?
F: Allora la situazione è delicata se si guarda quanto ha prodotto il Napoli negli anni addietro rispetto alla posizione di classifica oggi. Per chi ragiona solo in termini di risultato il bicchiere è mezzo pieno, io penso che la situazione rientri in quelle dinamiche che il calcio a cicli riserva. Sicuramente la squadra è importante e presto scalerà posizioni in classifica.
D: Quando eri al Napoli cosa si faceva in questi casi?
F: È successo di vivere queste situazioni dove la tensione era alta a causa di risultati non in linea con le qualità della rosa e le aspettative di società e tifosi. In quelle occasioni ho fatto il ritiro, a volte è servito altre meno.
È successo che si è optato per il ritiro (non obbligatorio) anche a ridosso di gare importanti, quando si era a pochissimo dall’obiettivo stagionale. Ho vissuto anche i momenti in cui la squadra ha preso posizione contro la società, alla fine è sempre stata accolta positivamente, perché era un’assunzione di responsabilità da parte di tutto il gruppo.
D: Quindi ci furono casi di rottura di spogliatoio?
F: Le dinamiche in uno spogliatoio sono infinite, casi di rottura sono sempre interpretabili. Un gruppo forte isola colui che è di rottura o meglio chi è controtendenza si isola naturalmente, tende ad isolarsi da solo.
D: Quant’era importante la figura di Presidente ed Allenatore in questi casi?
F: Nel calcio avere riferimenti crea sicuramente delle certezze. Se entrambe le figure (presidente/allenatore) sono autorevoli, leader anche carismatici rappresenteranno la base per successi e soddisfazioni. Per me lo sono stati molto di più il direttore e l’allenatore, poco i presidenti.
RIPRODUZIONE RISERVATA – La riproduzione dell’articolo e dei media presenti è consentita previa citazione della fonte e dell’autore
Diego Marino