L’arte pubblica, oggi intesa come Street-art, è quella realizzata a Piazza Carità dallo scultore Andrea Gandini in questi giorni. Pochi mesi fa Gandini ha realizzato in onore di Pamela Mastropietro una scultura dedicata a questa ragazza barbaramente uccisa nel gennaio 2018 a soli 18 anni. Tutti ricorderanno questo spiacevole fatto di cronaca nera a cui l’artista ha reso omaggio, memoria e gli ha dato forma in Piazza Re Di Roma per commemorare l’anima e la perduta giovinezza di Pamela.
A Napoli, invece, Gandini ha voluto omaggiare l’Uomo di Strada, colui che domina ma non subisce gli eventi, colui che nonostante tutto ce la fa ed è sorriso e sicurezza, speranza e protezione per i passanti. Così gli ha regalato un volto in un tronco d’albero, realizzato con martello e scalpello, passione e velocità.
Perché veloce è Napoli, la vita partenopea, fatta di storia e pulsioni, dei Quartieri Spagnoli e di Piazza Plebiscito, di Piazza della Carità, dei musei e del Vesuvio, del sole e del mare. L’artista è rimasto piacevolmente incantato dalla storia della città e non ha potuto non materializzare un soggetto della società che a suo avviso rappresenta al meglio l’arte pubblica, quella delle strade, dei palazzi, dei vicoli e della piazze.
Per molti, ad un primo impatto, l’uomo raffigurato sembrava Maradona o qualche attore celebre di Hollywood ma poi le impressioni sono state smentite. Andrea Gandini ha dato vita al suo intento di scultore di arte pubblica, quella che è più vicina alle persone e in cui un passante subito riconosce il significato e il messaggio.
Il tasto dolente della faccenda è quello dei già noti atti vandalici che ogni volta prendono forma in situazioni del genere. A causa della baldoria carnevalesca, alcuni ragazzi hanno imbrattato con bombolette e coriandoli il tronco ma fortunatamente l’opera è rimasta intatta e la si può continuare ad ammirare in tutta la sua bellezza.
Dopo la riapertura dei musei, anche le sculture pubbliche rinascono e prendono vita, donando un aspetto sempre più bello alla città più solare del mondo.
Teresa Beracci