Lucas Memmola (artista) sta creando qualcosa di straordinario e la città di Napoli non poteva non essere al centro di questa incredibile iniziativa. Cinema e teatri da due anni a questa parte subiscono la crisi del coronavirus e vengono aperti, chiusi, semiaperti, chiusi nuovamente, abbandonati. Fruitori, artisti, attori, produttori, compagnie, tour, promozioni, presentazioni, balletti, spettacoli, orari: è tutto spento, fermo, muto. Come riaccendere le speranze e creare nuova dinamicità? Come far capire che l’arte non muore anche nel momento in cui un film cessa di parlare e un teatro coi suoi spettacoli cessa di rappresentare?
Il progetto di Memmola ha puntato su qualcosa che apparentemente sembra insignificante ma che per noi fan e cultori delle arti è indispensabile per andare al cinema o a teatro. Lucas vuole utilizzare le teche vuote come nuovi contenitori di arte, le famose teche che all’ingresso di cinema e teatri informano su orari e programmazione.
Infatti l’intento è proprio quello di creare un tipo di arte diffusa, una mostra umana e per gli umani, in grado di parlare, di essere collettiva, presente e visibile, di trasmettere la presenza nella sua assenza silenziosa, di generare bellezza continua. Format art è il termine giusto per indicare questo esperimento e disegno culturale che vede il mix di tecniche artistiche, messaggi e ideologie di pittori famosi e contemporanei che con le loro idee vogliono trasmettere un messaggio vero e forte.
Exit strategy è il titolo di questa mostra tutta da vivere, totalmente gratuita come la urban art ed è disposta all’interno degli edifici artistici più importanti come il Teatro Sannazzaro, il Teatro Diana, il Teatro Totò, il Cinema Plaza, il Teatro Augusteo, il Cinema Arcobaleno (dove Memmola è curatore ma anche artista con la sua opera in teca rappresentante un fiore giallo immerso in acqua dolce), il Cinema Vittoria e il Cinema Filangieri.
Il percorso curato e allestito da Memmola crea una full immersion in pittura, cinema, teatro, cultura e storia e sostiene l’industria artistica, i suoi dipendenti e i fruitori di arte, crea nuove collaborazioni e partnership culturali e gestisce futuri contatti e progetti per ridare vita ad un settore in estrema crisi da pandemia.
Teresa Beracci