Napoli piange un uomo, un writer, un artista. Con lui va via una parte di arte contemporanea. Muore a 45 lo street artist Zemi ( Marcello Divano all’anagrafe), il precursore dei writers napoletani; oggi, il più famoso dopo lui è Jorit, di cui conosciamo tanti murales come Maradona e San Gennaro a Forcella.
Zemi è scomparso ieri, il 27 aprile 2021, in una giornata a metà tra il sole e le nuvole, era malato da tempo e il suo ricordo certamente non rimarrà in silenzio. Anzi, in queste ore, il mondo della street art, del rap e dell’hip hop, dai writers ai cantanti fino ad arrivare ad artisti di ogni forma e contenuto, si stringe attorno alla sua figura, al suo nome e alla sua arte che è presente in ogni angolo della città partenopea.
La Street art nasce come arte di strada, come colore tracciato su un muro per trasmettere un messaggio. Artisti come Basquiat, Banksy, Blu e Jorit hanno dato un forte contributo, ciascuno a modo proprio, ad un’arte contemporanea che non sempre viene percepita come tale, spesso è vista come danno, scarabocchio, impoverimento dell’arte stessa.
Marcello Divano nacque a Santa Maria La Nova, frequentò il liceo artistico e fondò la crew KTM; all’interno di questa si sono formati giovani writers come Cyop, Kaf e Agoch ( Jorit, per come lo conosciamo tutti), di cui Marcello fu il maestro. L’ultimo dono che il writer ha donato alla città di Napoli, precisamente al centro Storico, è il ritratto di Pino Daniele che dice “I say I sto ccà”.
Il web lo tagga ovunque, il nome di Zemi non è morto, lui come la sua arte continuerà a vivere in eterno. Sarà sempre inserito in un vicolo, nell’aria, ogni cosa parlerà di lui attraverso il colore e una forma. Fu Zemi, ricordano amici e colleghi, a creare i primi murales sulle facciate dei palazzi ma apprezzava anche il graffito su muro.
Gli anni Novanta sono stati il suo tempo e il suo mondo, il suo spazio e la sua forza, capo di una generazione colta e originale, esuberante e brillante di writers napoletani, sarà per sempre il maestro per eccellenza. Andato via troppo in fretta, sicuramente avrebbe osato ancora, qualche altro palazzo starà desiderando la sua mano e la sua tecnica ma anche i migliori volano in cielo.
Teresa Beracci