Non saranno mai abbastanza le situazioni in cui è lodevole informare sui rischi connessi all’epatite C, una malattia che può progredire fino a gravi forme tumorali e di cirrosi epatica.
Oggi, fortunatamente, la ricerca scientifica ha compiuto enormi passi ed ha reso disponibili terapie che eradicano questo virus – silente e perciò assai pericoloso – in 8/12 settimane. Fondamentale, però, resta diagnosticarlo il più precocemente possibile.
Proprio in quest’ottica, si è rivelato di concreta incisività il progetto di prevenzione e di screening del virus da HCV, realizzato – grazie al contributo non condizionante di AbbVie – nel Comune di Fisciano, in provincia di Salerno.
Un’iniziativa la cui efficacia è stata garantita grazie alla fattiva collaborazione degli operatori sanitari dell’associazione “La Solidarietà”, e che ha consentito ai numerosi cittadini accorsi di poter usufruire gratuitamente, e su base volontaria, di un’occasione di prevenzione importantissima che ha anticipato quanto le Regioni potranno implementare usufruendo del Fondo Nazionale per lo screening messo a disposizione dal Ministero della Salute per contrastare tale patologia in alcune categorie di soggetti (tra cui i nati tra il ’69 e l’89).
Direttore scientifico dell’iniziativa, il Prof. Marcello Persico, Ordinario di Medicina Interna del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Salerno che, nel commentare l’iniziativa, ha voluto esprimere la propria soddisfazione: «i dati ottenuti da questo screening evidenziano la bontà di un’inizaitiva che si è rivelata un successo: lo screening è stato accolto con facilità e piacere da tutti. Al tempo, la scarsa prevalenza di positività riscontrata (circa 0,2%), ha evidenziato che l’età media dei cittadini nella popolazione generale da coinvolgere in attività di screening dovrebbe essere aumentata di qualche decennio fino ad un’età mediana di 60 anni circa».
L’eliminazione delle epatiti virali – si legge sul sito web di AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco – «è una sfida globale, un obiettivo comune a tutti i Paesi del mondo, sollecitati dalla strategia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ha individuato ambiziosamente il 2030 come l’anno in cui le morti legate a queste patologie dovranno ridursi sensibilmente, così come il numero dei casi di infezione dovuti ai virus».
Un approccio realmente orientato alla prevenzione è l’unico possibile per determinare il conseguimento di tali ambiziosi obiettivi; l’auspicio, pertanto, è che la cultura della prevenzione e di una diagnosi precoce sia tema non solo di clinici ed operatori sanitari ma anche delle Istituzioni.
L’iniziativa di Fisciano lo dimostra: il risultato è garantito quando i settori pubblico e privato si incontrano nella condivisione di obiettivi sì virtuosi ma con riflessi diretti in ambito sanità pubblica e del territorio.
Massimiliano Zumi