Il Napoli ci prova, saluta (momentaneamente) le inseguitrici e scatta in fuga solitaria in questo mini campionato a 4 che vede gli azzurri in vantaggio, adesso, non solo per la classifica avulsa ma anche di tre punti sulle avversarie dirette. Il gruppo composto da Lazio, Inter ed Udinese proverà a rispondere domani alla tentata volata partenopea (gioando rispettivamente contro Siena, Parma e Cesena) ma da stasera il terzo posto ha un nuovo padrone che ha tutte le intenzioni di rimanere incollato al terzo gradino della classifica che vale i preliminari champions league.
Missione compiuta, la prima delle tre partite da vincere va in archivio e non importa che quello di stasera è stato un Napoli brutto e in alcuni frangenti della gara sparagnino e anche in affanno, contava il successo e successo è stato per la gioia dei cinquantamila che hanno gremito lo Stadio San Paolo in un vortice di passione. Ora sotto con Bologna e Siena per rivivere un sogno, prima di tuffarsi nella finalissima del venti maggio che potrebbe essere la ciliegina su una stagione esaltante ed avvincente nonostante le battute d’arresto che hanno complicato (e non poco) il percorso della Mazzarri Band.
Tutto in quarantacinque minuti. Potrebbe essere questa la sintesi di una partita che ha scritto la sua storia nelle pagine di prefazione del libro della prima frazione di gioco dove un Palermo falcidiato da squalifiche ed infortuni ci ha anche provato (senza successo) ad arginare l’impeto (e il fosforo) dei TreTenori con un Pandev sugli scudi con assist e giocate da primo della classe. Pronti-via e Inler fa tremare la traversa di Viviano con una conclusione che si stampa all’incrocio, risponde il Palermo con una conclusione ravvicinata di Hernandez neutralizzata d’istinto da De Sanctis.
Ma il Napoli (orfano di Lavezzi che parte dalla panchina) sembra in palla e l’avversario poca cosa, se poi ci si aggiunge anche la buona sorte il gioco è fatto: al 15′ Milanovic si oppone con il corpo e un braccio ad un cross di Pandev e per l’arbitro è calcio di rigore. Dal dischetto il Matador non fallisce il bersaglio e porta il Napoli in vantaggio con la sua ventitreesima realizzazione. Il Palermo tenta di rimettersi in gioco ma il Macedone, ispiratissimo come non mai, confeziona alla mezz’ora una giocata delle sue liberando a rete Hamsik che a tu per tu col portiere deposita da campione il raddoppio e il gol della sicurezza per i suoi.
Nella ripresa i ritmi scendono, gli azzurri cercano di amministrare muscoli e fiato in vista della fondamentale trasferta emiliana di domenica prossima, i siciliani ci mettono cuore e impegno ma non basta, la porta di De Sanctis rimane stavolta inviolata e la casella delle reti subite ferma a zero. Il valzer delle sostituzioni concede scampoli di gara a Lavezzi, Dossena e Britos, la difesa azzurra combina qualche solito errore che per fortuna non procura danni e la partita si avvia alla conclusione senza particolari problemi.
C’è da dire che anche stasera il risultato poteva essere di gran lunga più consistente per il Napoli che ha sprecato in più circostanze la terza marcatura, in particolar modo con Cavani, Cannavaro e Hamsik, ma alla fine va bene così, la volata è appena iniziata e l’aria rarefatta che si respira nelle posizioni alte della classfica procura solo dolci ricordi derivanti da una musichetta che ha regalato notti magiche al popolo di Fuorigrotta. Dopo il Palermo sarebbe un delitto non riascoltare quelle esaltanti note di vittoria. Avanti Napoli, la coppa dalle grandi orecchie dista adesso solo due passi.