I Little Pony a Napoli: la playlist che stavi aspettando

I Little Pony tornano con un evento musicale per riportare in auge la loro musica. Alle ore 21 del giorno venerdì 29 aprile 2022, a Napoli, nell’ ex asilo Filangieri, la band si esibirà presentando il nuovo album intitolato Woodo we do.

Un mix di rock, rap e punk che già adesso in anteprima potete ascoltare su https://www.rockit.it/little-pony/album/voodo-we-do/56355. Trovate la musica e le info sulla band anche su https://soundcloud.com/little-pony-6/sets/voodo-we-do e sui social media come Facebook, Instagram e Youtube.

La banda nasce dall’incontro tra Marco Guerriero e Ryan Spring Dooley e la musica che produce è tinteggiata di sfumature partenopee e internazionali, ha quel sapore americano, ibrido e contaminato, frutto delle esperienze e delle riflessioni, emozioni vissute dal frontman, di origine americana, e dagli altri componenti del gruppo. Le canzoni hanno un sound molto introspettivo e personale, per nulla scontato poiché esse sono un mix di generi musicali che si intrecciano continuamente dando vita a melodie sempre nuove: dal funk al pop, passando per il rock, spingendo verso il rap e via dicendo.

Attivi soprattutto tra il 2014 e il 2017, i Little Pony tornano ora a parlarci di loro e dei nuovi progetti, dell’album, dell’evento. La band ora è attiva più che mai poiché la musica sta tornando al centro delle metropoli e della società e loro oltre a promuovere l’album, stanno sperimentando anche altre sonorità.

Tra i membri del gruppo: Ryan Spring Dooley (sax and vocals), Marco Guerriero (bass and choirs), Valerio De Martino (drums, synths and choirs), Pierluigi D’Amore (synths, organ, fx and choirs). Ricordiamo anche gli album: We all fall down (2014), Milky White way (2017), Woodo we do (2022).

Marco Guerriero (bass and choirs), uno dei due fondatori della band, risponde ad alcune domande per noi.

Come nasce il concept dell’album? Quali tracce consigli maggiormente di ascoltare?

“Il concept dell’album è incentrato su una riflessione, sulle ossessioni della modernità, dell’ipertecnologia, l’alienazione, legata anche agli ultimi anni che abbiamo vissuto e noi con quest’album abbiamo immaginato una visione metaforica, il Woodo l’abbiamo inteso come qualcosa di misterioso, magico, come visto da noi occidentali, ma è solo una metafora che ci serve per immaginare un rito che possa esorcizzare tutto quanto di alienante, compulsivo, forzato, nei tempi che viviamo, quindi auspichiamo che tutti possano trovare il contatto con la parte magica di sé, col bambino che c’è in noi e che permette ancora oggi di ritrovare l’aspetto poetico della vita. Per qualcuno è l’arte, per altri qualcosa che non c’entra niente con l’arte, per noi è la musica. E’ una riflessione quindi noi non vogliamo dare consigli su come trovare questa parte magica che potenzialmente può salvarti la vita, almeno in questa metafora nella quale ci stiamo muovendo, per questo motivo non consigliamo questa traccia piuttosto che un’altra. Valgono tutte. C’è però Sciamano che si discosta dalle altre tracce perché il tono del groove si abbassa come sonorità per lasciare più spazio al racconto, una cosa un po’ naif, di un bambino alle prese con le prime scoperte, un tappeto diventa una coperta, il fango diventa un qualcosa dove ti immagini i mondi, la scoperta dell’altro che può essere l’altro sesso o l’altro come individuo. Come te ma diverso da te.

 

Cosa dobbiamo aspettarci dall’evento e cosa speri per il futuro della musica in Italia ma specie a Napoli?

 “Beh, soprattutto che si possa continuare a farla e che venga riconosciuta come attività non solo legittima ma anche che le venga restituita la dignità a livello artistico ma soprattutto professionale perché è qualcosa che richiede tempo, energie, investimenti e sarebbe che ora che il Governo, lo Stato cominciassero a tutelare chi vuole fare arte, cultura, perché è quella cosa che ci salva, l’abbiamo visto proprio in questi due anni di chiusura. Dal teatro ai concerti alle letture.

 

A cura di Teresa Beracci