Al Castel Nuovo di Napoli si terrà, dal 25 Giugno fino al 25 Agosto, la mostra IL CONO D’OMBRA. Il progetto è di Andrea Aragosa per Black Tarantella e FM Centro per l’Arte Contemporanea e con la collaborazione dell’Università di Napoli L’Orientale e il patrocinio di Regione Campania, Comune di Napoli e Mostra d’Oltremare.
Marco Scotini dirige l’esposizione delle opere di 12 artisti contemporanei e raccoglie le opere storiche del periodo coloniale e della diaspora africana. La mostra è situata sia nell’ Antisala dei Baroni nell’ala nord, al primo piano e sia nella Sala dell’Armeria, al piano terra. La scelta degli spazi non è casuale perché questi luoghi furono gli stessi che furono occupati, dal 1 ottobre 1934 al 31 gennaio 1935, durante la Seconda Mostra Internazionale d’Arte Coloniale, sempre nel Castel Nuovo di Napoli.
Nonostante oggi la rimozione del passato coloniale italiano sia stata compensata da una ricca mole di studi storici e accademici, rispetto a venti anni fa,
L’esposizione “Il Cono d’Ombra” ha la necessità di far emergere la voglia di ricercare altre categorie concettuali (più sperimentali e meno canoniche). L’obiettivo è ripensare il momento storico vissuto in un mutato contesto politico-sociale. La politica coloniale fascista non ha visto molte occasioni espositive in Italia perché risulta essere ancora lontana dall’essere contestata. E’ una coincidenza piacevole quella di poter riallestire a Napoli, nello stesso luogo di quella che fu la vera e propria anticipazione della imperiale Triennale d’Oltremare del 1940. Non è solo una mera ricostruzione dei fatti per mostrarli in maniera da renderli integrati nella conoscenza comune. C’è, invece, la stessa possibilità di lasciar parlare quella diversità che per secoli ha rappresentato proprio quel “cono d’ombra” dei popoli a cui i paesi più sviluppati si sono sempre rivolti con paternalismo, con l’obiettivo forzato dell’emancipazione.
Il lavoro di raccolta, tra documenti, pubblicazioni, foto e lavori originali, custoditi sia in archivi privati che istituzioni pubbliche, ha permesso la realizzazione de “Il Cono d’Ombra”, il tutto permettendo di dare spazio agli artisti africani che lavorano sulla questione coloniale e post-coloniale da tempo.
La mostra stimola al superamento della sempre presunta “innocenza bianca”, ciò è raggiungibile solo con la narrazione che viene portata avanti dagli ex soggetti colonizzati. Questi artisti con la loro espressione artistica riescono a mostrare altre rappresentazioni di quel periodo storico.
Gli artisti che sono stati invitati, alcuni di fama internazionale, provengono da diverse aree geografiche e appartengono alla diaspora africana contemporanea:
- Kader Attia (Algeria/Francia, 1970),
- Yto Barrada (Marocco, 1971),
- Intissar Belaid (Tunisia, 1984),
- Nidhal Chamekh (Tunisia, 1985),
- Jermay Michael Gabriel (Etiopia/Eritrea/Italia, 1997),
- Kiluanji Kia Henda (Angola, 1979),
- Delio Jasse (Angola, 1980),
- Ibrahim Mahama (Ghana, 1987),
- Muna Mussie (Eritrea/Italia, 1978),
- Pamina Sebastião (Angola 1988),
- Pascale Marthine Tayou (Camerun, 1967),
- Amina Zoubir (Algeria, 1983),
- Aimé Césaire (Martinica/Francia 1913-2008).