Il settore edile sta per annegare. Proprio nel giorno della notizia-stangata delle aliquote dell’Imu a Napoli sulla seconda casa che arriva a 10.6 (mentre molto più accettabile quella prima casa a 0.5) ci si accorge che il mercato delle costruzioni è fermo e immobile con Stato e Istituzioni che non riescono a trovare soluzioni per lanciare un ancora di salvataggio ai tanti piccoli e grandi imprenditori che, sempre più spesso affogati dai debiti, sono costretti a chiudere bottega. Ma non solo imprese che crollano, lo scenario si arricchisce con il numero di ore lavorative che diminuisce mentre aumenta il numero di operai rimasti disoccupati. Morale della favola: in soli due anni l’attività nel comparto edile in tuttala Campania si è ridotta del 25 per cento.
I dati, forniti dalla Commissione nazionale casse edili (Cnce) rappresentano una vera e propria istantanea che fotografa l’irreversibile stato comatoso del settore edile che non riesce proprio a rialzarsi dalla batosta e rimettersi in carreggiata. Proprio la situazione del settore edile sarà il tema della due giorni di dibattiti e discussioni tra esperti del settore ed economisti in programma domani e dopodomani a Napoli (presso il Centro Congressi Expo Napoli, con inizio alle ore 9 del 23 maggio e termine alle ore 13,30 del giorno successivo). Iniziativa patrocinata dall’Inail e organizzata dal Sistema Bilaterale delle Costruzioni, formato da Cnce, Cncpt (Commissione nazionale paritetica per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro) e Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia).
Andando nello specifico si scopre che il bilancio è negativo non solo se si guarda il saldo delle ore lavorative ma anche per quello che riguarda la forza lavoro (in entrambi i casi, inutile scandalizzarsi, il segno è in rosso). Infatti nel 2011 il calo è stato del 14% con la (purtroppo logica) conseguenza della riduzione di ore di lavoro – registrata in cassa edile tra gennaio 2011 e gennaio 2012 – di quasi 500 mila in meno. Sono 5.344, invece, gli operai che in Campania (sul totale di 70 mila in tutta Italia) nel corso di un anno hanno perso il lavoro, per una percentuale del 14%. A gennaio 2011, inoltre, le imprese iscritte nelle liste risultavano 11.026 e dopo appena un anno quelle registrate sono diminuite a 9.943 con una preoccupante flessione del 10%. Nel mese di febbraio 2012 (ultimo dato disponibile) si è registrata una ulteriore riduzione del 26% delle ore lavorate rispetto allo stesso periodo del 2011, mentre si apprende che gli operai iscritti alla cassa edile sono passati nell’arco dell’anno da 39.116 a 32.721. La classifica delle province campane con i dati peggiori e quindi meno virtuose (nel numero di ore lavorate) racconta che a comandare è Avellino e a chiudere è Napoli. Nel dettaglio: Avellino ha fatto registrare un -59%, Benevento il -42%, Salerno -29%, Caserta -26% e Napoli fanalino di coda con il -16%.