Rubrica Medica: l’approccio alla riabilitazione sportiva in ambito medico sportivo è diverso rispetto a molti altri contesti riabilitativi
Rubrica Medica- L’approccio alla riabilitazione sportiva in ambito medico sportivo è considerevolmente diverso rispetto a molti altri ambiti riabilitativi. La natura competitiva dell’atleta richiede che si inizi molto presto la fase della riabilitazione. Dal momento che il periodo di gare, in molti sport è relativamente breve, l’atleta non può permettersi il lusso di stare a riposo finchè la lesione non guarisce da sola. Risulta insomma necessario l’intervento di uno specialista.
Lasciamo la parola al Dottore in Fisioterapia oltre che osteopata, posturologo e titolare del Centro Medico Fisioterapico di Pomigliano ,Luciano Salierno: ” Quando un atleta subisce una lesione, non può certo permettersi il fermo motorio a lungo. Necessita dunque di un professionista che lo riabiliti quanto prima.Lo scopo quindi è quello di ritornare in attività nel minor tempo possibile in condizioni di estrema sicurezza ovviamente. Come conseguenza primaria dunque, la tendenza dello specialista sportivo, è quella di “gareggiare” con il processo stesso di guarigione. Il terapista sportivo che ha il compito di organizzare il programma di riabilitazione deve agire in modo equilibrato cercando da un lato di non imporre all’atleta un’eccessiva mole di lavoro, e utilizzando dall’altro, un metodo generalmente aggressivo.” Prosegue inoltre affermando così: “Gli atleti devono essere seguiti in maniera individualizzata ciascuno in base alle sue esigenze e ai suoi tempi di ripresa. I traumi sportivi sono causati da lesioni di differente entità. Per semplificare le patologie è bene dividerle in due tipologie: lesioni traumatiche causate da microtraumi o da traumi diretti; e, da sindromi di sovraccarico causati da microtraumi ripetuti.”
Insomma, cari amici lettori, è bene come sempre affidarsi in mani esperte capaci di agevolare alla meglio e in tempi ottimizzati al massimo, la risoluzione del problema.