di Antonio Di Monaco
“Gli azzurri assomigliano alle grandi squadre europee che hanno la stessa mentalità in casa e fuori. Prima del Napoli è stato così solo il Milan di Sacchi. Poche squadre ottengono risultati giocando bene e il Napoli è una di quelle. Gli azzurri hanno saputo rinnovarsi nella continuità dopo la partenza di giocatori importantissimo”. È il ritratto della formazione di Spalletti disegnato dal giornalista, Maurizio Pistocchi, intervenuto a Club Napoli All News, in onda su Teleclub Italia e condotto da Francesco Molaro. “Il 15 agosto, dopo Verona-Napoli, ho scritto in un tweet – ha ricordato il giornalista – che gli azzurri erano da scudetto con Kvara e Kim già dentro il gioco sostituendo efficacemente i partenti. Hanno venduto e comprato guadagnando e, per questo, vanno fatti i complimenti al presidente De Laurentiis e alla società”.
L’idea-base di Spalletti “è quella del Barcellona di Guardiola con il suo 4-3-3 e alcune differenze individuali – ha osservato Pistocchi –, ma emergono comunque delle eccellenze come Lobotka che è il miglior regista d’Europa: nessuno gestisce palla come lui, verticalizzando e contrastando. È stato un vero acquisto di Spalletti e quel Barcellona è la squadra più forte degli ultimi 60 anni, ma c’è molto in comune con l’identità calcistica dei blaugrana. Il gioco e la mentalità li danno gli allenatori e i giocatori sono gli interpreti: questa squadra che è perfettamente coesa con le idee di Spalletti e, nonostante la differenza di fatturato con le altre della Champions, è sì una outsider, ma è temuta da tutti”.
Poi il discorso si è spostato sull’inchiesta Prisma della Procura di Torino che ha coinvolto la Juventus e Pistocchi l’ha analizzata con carte e fatti alla mano. “L’inchiesta nasce da una richiesta della Consob perché c’erano stati movimenti sospetti intorno al titolo e ha fatto emergere intercettazioni e prove documentali che sono molto indicative sulle responsabilità del club. Tutti parlano indebitamente di plusvalenze affermando che le fanno tutti. Ma qui non si tratta di plusvalenze, ma della trasgressione dell’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva per un comportamento antisportivo: il sistema messo in atto dalla Juventus non è legale, non certo le plusvalenze. Esse possono essere legali, se sono vere e non fittizie, con dazione di denaro. Ma se sono semplicemente a ‘specchio’ come quella Arthur-Pjanic, allora non sono plusvalenze reali”.
In merito al prossimo grado della giustizia sportiva chiamato ad esprimersi, “credo che confermerà quanto sancito dalla Corte d’Appello federale. Sarebbe clamoroso il contrario – ha chiosato il giornalista – visto che, nelle disposizioni del Coni, si prevede che il Giudice Sportivo possa utilizzare gli elementi di prova emersi nell’inchiesta penale”. Sulla vertenza-stipendi, “si parla dei pagamenti post-datati senza però metterli a bilancio e dei rapporti con società-partner, la famosa partnership con alcune società di serie A. Paratici faceva mercato per altre 4-5 società, una cosa assolutamente vietata”. Tutto considerato, “si tratta di una vicenda molto brutta. Credo che, per il bene del calcio, si debba mettere un punto fermo: chi trasgredisce le regole deve pagare e, soltanto dopo – ha concluso Pistocchi – si può ricominciare a parlare di tutto, compresa la regolamentazione più o meno seria delle plusvalenze che le società usano per sistemare i bilanci disastrati”.