Napoli è oggi al centro dell’attenzione scientifica con l’inizio del “Simposio europeo sulle malattie genetiche e rare cardiovascolari“, un evento di portata mondiale che è iniziato oggi e proseguirà nei giorni 6 e 7 dicembre presso le sale dell’Hotel Royal Continental di via Caracciolo. L’organizzazione, curata da Giuseppe Limongelli del Centro di riferimento europeo per le malattie rare del cuore dell’ospedale Monaldi e dell’Università Vanvitelli, insieme a Perry Elliott, direttore del dipartimento cardiovascolare dell’University College di Londra, promette di portare a Napoli l’eccellenza medico-scientifica internazionale nel campo delle malattie rare del cuore.
La manifestazione, di grande rilevanza per il mondo scientifico, si apre oggi con la partecipazione di figure istituzionali del Parlamento europeo, dell’Agenzia europea del farmaco, della Società europea di biotecnologie e delle reti europee di malattie rare. Il congresso riunisce scienziati, clinici, giovani ricercatori, studenti, politici ed istituzioni, tutti uniti per fare il punto sulle malattie genetiche e rare, con particolare attenzione a quelle che colpiscono il cuore, come evidenziato da Limongelli.
“Il settore delle terapie di precisione cardiovascolare è in continua evoluzione, con un mutamento radicale del panorama soprattutto per le cardiomiopatie di origine genetica”, dichiara Iacopo Olivotto, professore ordinario all’Università di Firenze e uno dei massimi esperti mondiali di terapie innovative sulle malattie genetiche e rare del cuore. “Un esempio è quello degli inibitori della miosina cardiaca come mavacamten e aficamten, approvati negli Stati Uniti e nell’Unione Europea, già disponibili in Italia con un programma di uso compassionevole, in attesa della rimborsabilità“.
La densa agenda del simposio prevede lavori dedicati alle terapie geniche e molecolari, oltre alla presentazione delle nuove linee guida delle cardiomiopatie. Il dottor Elliott spiega che il congresso mira a evidenziare i recenti progressi nelle malattie cardiovascolari ereditarie, con un focus particolare sui nuovi approcci alla diagnosi e al trattamento. Un momento cruciale sarà il lancio del Manifesto per l’International Cardiomyopathy Network, un’iniziativa che coinvolge stakeholder medici, scientifici e laici con l’obiettivo di migliorare la salute delle persone affette da cardiomiopatia e malattie correlate.
Tra gli ospiti di rilievo, i membri della Lancet Commission on sudden death illustreranno nuovi orizzonti di studio e ricerca. Cristina Basso, direttrice dell’Unità operativa complessa di Patologia cardiovascolare dell’Azienda ospedaliera dell’Università di Padova, sottolinea l’importanza dell’autopsia molecolare nella comprensione della morte improvvisa cardiaca giovanile e la necessità di una nuova legge su questo tema.
Il professor Juan Pablo Kaski evidenzia le linee guida 2023 della Società Europea di Cardiologia per la gestione delle cardiomiopatie, il primo documento internazionale a fornire indicazioni dettagliate per la diagnosi e il trattamento di queste malattie del muscolo cardiaco. Infine, Ruth Biller sottolinea l’importanza di un iter diagnostico finalizzato all’identificazione e alla protezione dei familiari a rischio, affinché la morte cardiaca improvvisa nei giovani possa essere prevenuta con strategie diagnostiche e terapeutiche specifiche.