Intervenuto nel programma Onda Azzurra su Onda Web Radio, mister Emilio De Leo, storico secondo di Sinisa Mihajlovic sulle panchine di Milan, Torino, Sampdoria e Bologna e della nazionale serba, ha parlato delle squadre italiane in Champions, del Napoli e del calcio italiano:
Champions: “Pensavo che quest’anno si potesse fare di più per le squadre italiane e soprattutto anche per il Napoli. Le partite sono sempre combattute e i dettagli fanno la differenza. Ma mi aspettavo sicuramente un’altra Champions per le nostre italiane. I nodi vengono al pettine quando giochi con campioni di alto livello. Purtroppo abbiamo dimostrato ancora una volta che c’è ancora tanta distanza tra il nostro calcio e quello ad esempio inglese o spagnolo. Bisogna investire in maniera diversa e credere nei giovani. In più secondo me la burocrazia italiana blocca gli investimenti e penso agli stadi che sono vecchi rispetto a quelli europei. In tal senso penso che non sia un caso che non riusciamo ad arrivare in fondo a queste competizioni”
Investire sui giovani italiani: “Se non si parte dall’alto per decidere di puntare sui giovani è davvero difficile vedere un giovanissimo in prima squadra. Purtroppo, anche i campionati Primavera a livello qualitativo si sono abbassati molto. I ragazzi vanno seguiti e per questo hanno bisogno di avere al loro fianco tecnici preparati e che vanno pagati bene. Una società di calcio deve chiudere il cerchio soprattutto a livello economico, se già non succede questo, allora è difficile pensare di investire sui settori giovanili. Diverso è all’estero: la gestione economica perfetta di società blasonate permette alle stesse di investire e tanto anche sui vivai. Per questo, non dobbiamo meravigliarci se nel Barcellona o nell’Arsenal trovi ragazzi under 20 in prima squadra”
L’incontro con Mihajlovic e l’esperienza decennale in serie A: “L’insegnamento più grande di Sinisa è stato quello dell’approccio determinato e sereno, questo ti permette di capire che nessun ostacolo è insormontabile. E poi, in caso di sconfitta, mai fare ricorso ad alibi, perchè questa è la prima strada per l’autodistruzione”
Calcio come grande bellezza: “Il calcio può rappresentare la grande bellezza ed in tal senso faccio sempre l’esempio del Napoli di Spalletti. Quel Napoli era perfetto, un circolo virtuoso meraviglioso dove tutti andavano d’accordo e c’era alchimia tra mister e giocatori. Il calcio può riuscire in questa magia e può diventare un’opera d’arte. Ci sono aspetti profondi nel calcio che sono fantastici che dobbiamo preservare e ognuno può produrre bellezza”–
Massimiliano Alvino