AU REVOIR POCHO – Forse è vero: il lieto fine esiste solo nelle favole. Quello tra il Napoli ed Ezequiel Lavezzi è apparso tutt’altro che piacevole. Il ‘Pocho’, dopo i giorni di relax divisi tra Argentina e Miami, è atterrato ieri a Parigi. In una tarda mattinata di domenica a Napoli avrebbero fatto a botte nella sala d’attesa dell’aereoporto pur di poter dare il benvenuto ad un nuovo ‘partenopeo’, ma Parigi non è Napoli. Nessun tifoso, nessun coro, nessun apllauso ad accoglierlo, a malapena un paio di giornalisti pronti a testimoniare l’arrivo ufficiale dell’argentino. Tranquillità, era questo che chiedeva Lavezzi ai tifosi napoletani, ed è stato accontentato. La città, la folla e l’amore trovati a Napoli potrà conservarli solo tra i ricordi, quelli belli da morire che per cinque anni hanno riempito la sua vita e quella di chi l’ha sempre amato.
LA NOTA STONATA – A fargli festa alcuni del “Paris Saint Gennar”, tifosi napoletani emigrati in Francia. Pronti ad immortalarlo per l’ultima volta con la sciarpa del Napoli, hanno dovuto spiegarsi. Un gesto immediato, quello del Pocho, subito pronto a sfilarsi la sciarpa dal collo. Una, due, tre volte: una scena che vista a rallentatore uccide il fegato. Poi la spiegazione e un attimo per poter salutare i rappresentanti del club ‘franco-napoletano’. Sciarpa al collo e sorriso stampato sul volto pronto a ringraziare dell’invito offerto: “Se sentirai la mancanza di Napoli potrai venire a trovarci quando vuoi”. “Ma che mi fate fare? Ci sono questi quì”, così scherza, avvolto per l’ultima volta nei colori del Napoli… E poi via di corsa, pronto per questa nuova avventura.
I SOLDI FANNO LA FELICITA’ – Un’affermazione, dopo poche ore, rimbalza nel web. Sul suo profilo twitter il ‘Pocho’ provoca: “Ai professori che mi correggono dico che hanno ragione. Non ho avuto i mezzi per studiare, per fortuna le prossime cinque generazioni di Lavezzi non avranno problemi“. Il destinatario viene specificato nel post successivo: “Dedicato a chi pensa che un ignorante non può guadagnare tanti soldi“. Poca chiarezza, ma non ci pensa due volte a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Viene da condannare chi esclama che i soldi non fanno la felicità, Lavezzi ha scelto la tranquillità, ma soprattutto i fior fior di quattrini. Chissà se riuscirà a far breccia nel cuore dei Parigini ma, se il buongiorno si vede dal mattino, dopo la triste accoglienza, difficilmente diventerà un idolo. Ora dovrà accontentarsi di essere uno qualsiasi, di quei 4 milioni di euro annui più bonus, perchè a stimolarlo non ci sarà più la voce dei 60.000 del San Paolo che lo acclamono facendolo ‘re’ della città. Nessun saluto, nessuna festa d’addio, nessun ringraziamento, nemmeno una parola uscita dalla sua bocca. Non era di sicuro questo il trattamento che Napoli e i napoletani si aspettavano, ma ormai è tardi. Le chiacchiere servono a poco, l’amarezza è grande ma a Napoli si ama la maglia e, forse, lui aveva smesso di farlo. Sarà strano dover rinunciare a quelle serpentine, ma ci si abituerà. Senza mai dimenticare le emozioni che quello ‘scugnizzo’ venuto da lontano è riuscito a portare ai piedi del Vesuvio.