Oltre cinquemila i fan in delirio che ieri sera si sono goduti il concerto di Pino Daniele nel Parco Pubblico Papa Giovanni Paolo II di Pomigliano d’Arco trasformato per l’occasione in una vera e propria arena della musica (ben quattromila i posti a sedere ma anche tanti stand e punti ristoro con un servizio d’ordine impeccabile), in una delle prime tappe del tour estivo dell’artista napoletano che presenta in giro per l’Italia il suo nuovo album “La Grande Madre” (11 brani inediti con la cover “Wonderful Tonight” dell’amico Clapton).
Due ore senza pause di musica ed adrenalina pura per gli spettatori che hanno perso la voce ed occupato soprattutto tutti i posti a sedere ma anche (per i meno fortunati seduti a terra) ogni centimetro che delimitava il palco dal resto della Villa per poter seguire più o meno in prima fila la star partenopea della musica pop-rock-jazz che da anni racconta in canzoni l’amore e la vita senza mai esser banale o retorico.
Un figlio di Napoli stimato come persona ma soprattutto come artista della musica e mai – nemmeno durante i periodi di assenza dalle luci della ribalta – dimenticato sin dai tempi di “Napul’è” e “o’ Scarrafone”, anche se negli ultimi anni il suo stile è andato via via trasformandosi camaleonticamente passando dal blues puro a quello contaminato da punte di pop e rock leggero. In certe canzoni il blues è addirittura sparito, il Pino Daniele “contemporaneo” è molto diverso da quello delle origini (il suo ultimo lavoro infatti è un’osmosi di concetti pop-rock) che cantava in napoletano quasi da Masaniello, ma il suo fascino artistico non smette mai, anche a distanza di anni di conquistare vecchi e giovani fan pur modificando il suo stile e genere musicale.
Dopo un problema tecnico che aveva fatto ritardare l’inizio del concerto di una buona mezz’ora, il cantante partenopeo si è presentato sul palco col suo stile inconfondibile, con quel binomio voce sottile che quasi sussurra le parole e chitarra che da sempre ha caratterizzato le sue canzoni anche di inizio carriera. Un viaggio che idealmente partiva da quel palco (scenografia povera ma assolutamente suggestiva con cinque schermi che proiettavano di volta in volta giochi di luci e immagini rilassanti), da Pomigliano e quindi da Napoli per poi toccare attraverso le note le terre dell’Africa, del Sud e del Mediterraneo in un mix tra presente e passato, tra blues e rock leggero, che ha letteralmente mandato in visibilio i presenti ubriacati dai gesti e da ogni singola parole pronunciata dal proprio mito.
Pomigliano ha confermato ancora una volta la sua fama di città aperta alla musica e alle iniziative canore che si vanno ad inserire quest’anno nel programma “Pomigliano estate” che prevede vari concerti di giovani e celebri band che avranno a disposizione il verde e la suggestiva cornice di un Parco Pubblico nuovamente riportato “agli antichi splendori” dopo il periodo di declino di qualche mese fa. Un plauso ai giovani pomiglianesi che – supportati dall’Asd Fiore on the road con la collaborazione organizzativa e di prevendita dei biglietti della Freedom Group – sono riusciti nell’intento di portare nella loro città una celebrità come Pino Daniele.