SI RIPARTE – Al Renzo Barbera di Palermo va in scena la prima meraviglia della stagione. Mazzarri è tornato a dare la carica ai suoi. Tra i titolarissimi spuntano nomi nuovi, pronti a prendere il posto di chi ha deciso di lasciare la maglia e l’amore di una città. C’è Britos che veste la maglia di titolare. Uno strano Aronica sulla fascia sinistra, che fa le veci di Dossena (fuori per la squalifica rimediata a Pechino). Un crestino biondo platino fa contrasto con il verde del campo: è Valon Behrami ad affiancare Inler ed Hamsik. E poi c’è lui lì davanti, accanto al bomber azzurro: Lorenzo Insigne, il nuovo gioiellino di casa Napoli. E’ tutto pronto per questo avvio di campionato. Orsato guarda il cronometro e apre le danze. Il pressing è alto, non da meno il ritmo di gioco. Il Napoli sa come mettere in difficoltà il Palermo di Sannino, che si sbraccia in panchina fin dal primo minuto. La difesa è compatta e sempre attenta nelle rare occasioni in cui c’è da intervenire. Un centrocampo rinnovato, tanto per il modulo quanto per i protagonisti. E’ una barriera ben consolidata: sono cinque gli azzurri schierati da Mazzarri per organizzare la gestione del gioco.
17 E 11, I NUMERI DALLA SPERANZA – Qualità e precisione, le pecche dello scorso anno, stavolta annullano i rosaneri. Un buon giro di palla, ma non basta. E’ il Napoli a fare la partita, il Palermo c’è ma non si vede. Poche occasioni, dal limite dell’area di rigore, impegnano De Sanctis. Sembra Miccoli l’unico a crederci, ma nemmeno i calci piazzati si rivelano utili. Il risultato è ancora fermo sullo 0-0, quando allo scadere del primo tempo è Hamsik ad infiammare gli ultras partenopei presenti al Barbera. Con un destro potente, ben piazzato sul primo palo, lo slovacco buca le mani di Ujkani. Può tornare ad aggiustarsi la cresta e, da bravo leader, ad incitare e festeggiare con i tifosi. Il profumo dei primi tre punti delizia lo spogliatoio, ora bisogna crederci, bisogna entrare nell’ottica che il campionato è davvero iniziato, ma che è solo l’inizio di una lunga strada in salita. Anche quest’anno non si parla di trofei, ma di crescita. E’ questo in cui crede Mazzarri, ma si sa che in fondo tutti ambiscono a qualcosa e chi potrà dirlo se sarà o meno “l’anno buono”. Meglio non fantasticare, il terreno di gioco aspetta le due squadre per i secondi 45′ di gioco. Il Palermo torna in campo con la convinzione che si può recuperare, ma è ancora il Napoli il protagonista del match. Fuori il giovane talento azzurro, che ha brillato poco in questa prima serata, ma l’emozione spesso fa brutti scherzi. Una prestazione sufficiente e i crampi, forse di nervosismo, lo costringono a lasciare il campo dopo poco più di 60′. Dentro Dzemaili per restituire velocità e profondità alla squadra. Poi è la volta di Vargas che prende il posto di Inler. Il Napoli non vuole chiuderla così e spinge in avanti. Stavolta si invertono i ruoli, ci pensa Hamsik a servire Maggio, che dalla fascia destra scatta e si stringe verso l’area di rigore. Ottimo lo stop, perfetta la corsa, spettacolare la freddezza con cui spiazza Ujkani. Si inchina sotto gli spalti e abbraccia i compagni, consapevole della vittoria quasi certa.
E’ LA VOLTA DELL’EX.. – Per il Palermo è una serata nera, più che rosanera. Palle sprecate, contrasti persi, poco fiato nei polmoni. Il volto del capitano è l’emblema della delusione, mentre il Napoli ne approfitta ancora una volta per dare spettacolo. Dzemaili ruba palla, conquista metri di campo e con lucidità serve Vargas, che sa come piazzarla al Matador. Affamato di gol, dopo le numerose occasioni sprecate, Cavani mette a segno la terza rete e chiede scusa ai suoi ex tifosi. E’ la serata perfetta per il Napoli, l’unico a brillare in mezzo al campo. Tra la delusione del pubblico palermitano, gli azzurri raccolgono gli ultimi applausi e lasciano il Barbera. Niente male come avvio di campionato, ci sarà tanto da correre e sudare, ma si sa: “Chi ben comincia è a metà dell’opera”.