‘E poi arrivò il Napoli..’, è così che potrebbe intitolarsi l’epilogo di ieri a Marassi. La Samp, al massimo della forma fisica e mentale, con un Ferrara motivato e grintoso, ha trovato la prima sconfitta in campionato. Che sarebbe stato difficile l’aveva già preannunciato Mazzarri, ma portare tre punti a casa è stato un gran risultato. E’ così che vincono le grandi, o almeno, è così che dicono in tanti. Vincere anche quando si è in difficoltà, vincere anche quando non si è stati i protagonisti. Perchè è così che è stato, quello di ieri era un Napoli spento e statico. Poche azioni, poche palle filtranti, pochi scatti fulminei. Maggio a pezzi, Pandev poco lucido e Cavani sempre troppo arretrato. “Scendere in campo con la giusta mentalità”, aveva promesso Mazzarri, ma se poi ci si ritrova davanti ad un branco di leoni si diventa piccoli. Esatto, un Napoli piccolo ma vincente. Poche occasioni da gol, sia da una parte che dall’altra, ma lo spettacolo andato in scena non ha affatto deluso le aspettative di chi era accorso a Genova. Soffrire è un’altra delle prerogative di questo campionato ma riuscire, nonostante ciò, a vincere è segno di maturità. Questo Napoli c’è e non si nasconde. Nessuna scaramanzia, il tricolore delizierebbe il palato di chiunque. La Juve prova a scappare, ma difficilmente il Napoli concederà grandi distanze. Vietato montarsi la testa. Vietato peccare di presunzione. Per ora sono i numeri a parlare: 6 punti in più allo scorso campionato, migliore difesa e un primo posto che sta stretto se diviso per due. Il campionato è ancora lungo, la strada sarà tutta in salita, ma crederci è il primo passo per raggiungere un traguardo così ambito. Lo ricorda Hamsik a fine partita. Quello slovacco lì, quello con la cresta più famosa del mondo, è diventato grande. Quando Hamsik non gira il Napoli non gira. Nulla da fare, è lui il perno di questa nuova rosa di Mazzarri. Freschezza e fantasia: è così che quadrano i conti. Nessun rimpianto per gli addii del Pocho e di Gargano, la linearità tornata in campo non dispiace a nessuno. Ci pensa Marechiaro a lanciare in porta il duo di fuoriclasse: un macedone affamato e un uruguayano insaziabile. Mentre il primo aspetta per farsi ricordare, quel certo Matador, desideratissimo in ogni parte del Mondo, è già arrivato a quota 73. Niente male per un attaccante qualsiasi arrivato da Palermo con appena 37 gol in quattro stagioni. L’ispirazione qui a Napoli non di certo gli è mancata e mai gli mancherà. Avrà senza dubbio festeggiato il suo compleanno nel migliore dei modi Mazzarri, nonostante l’espulsione inflittagli da Tagliavento. Che tra i due non corra buon sangue, dopo Pechino, era chiaro a tutti ma non che andasse in onda il bis. Decisione non del tutto dispiaciuta ai tifosi napoletani, che considerano ormai Frustalupi il miglior portafortuna azzurro. Discutibile, invece, quella di Tosel che, ancora una volta, convince poco in quanto neutralità. Chi ben ricorda nel lontano settembre 2007, in un Napoli-Livorno, uno scellerato personaggio lanciò un vasetto di yogurt pieno che finì in petto a un guardalinee. Tosel non esitò, campo squalificato e Napoli-Genoa si giocò a porte chiuse. Non sarà lo stesso per Marassi, nonostante l’oggetto (ancora indefinito) che ha colpito Hamsik durante le dichiarazioni post-partita e i corri razzisti che hanno avvolto il terreno di gioco. Nessuna ammenda, nè alcun tipo di squalifica. Ancora una volta un’immagine sporca del calcio italiano, ma è solo una parentesi di una domenica bollente di campionato. Ora bisognerà guardare avanti, perchè il Napoli è atteso in Olanda per l’impegno europeo con il Psv Eindhoven. Appuntamento a giovedì, con un Napoli più fresco e particolarmente motivato. Spazio a chi è rimasto a secco. Tornerà Vargas affiancato dal nuovo talento di casa Lorenzo Insigne, alla ricerca del primo gol europeo. Torneranno anche gli ultimi arrivati: è tempo di Mesto, Gamberini da confermare (dopo le ottime recenti prestazioni) e impossibile fermare Behrami. Tre acquisti che hanno senza dubbio rafforzato l’organico di De Laurentiis, restituendo un pizzico di sicurezza in ogni reparto. Una rosa che varia, capace di fare ugualmente risultato, è l’ennesimo sinonimo di crescita. Solo così sarà possibile lottare su entrambi i fronti, nella speranza di non perdere pedine. E’ un Napoli nuovo, un Napoli maturo, un Napoli che ha preso coscienza di ciò che l’aspetta.