Passano i mesi, la nuova Giunta e il nuovo Sindaco si sono insediati ormai da tempo, ma Napoli rimane sempre la stessa, con i suoi cronici problemi che nessuno tenta non di risolvere (perchè nessuno purtroppo possiede la bacchetta magica e i napoletani non si fanno illusioni sulle potenzialità di una mediocre classe politica) ma quantomeno di approcciare. Il rinascimento politico che tanti si attendevano con l’avvento del De Magistris “salvatore” per il momento ancora non c’è stato, una calma piatta ha imbalsamato letteralmente la città che continua nella sua preoccupante involuzione, con i cittadini che iniziano a mal tollerare l’immobilismo sin quì mostrato dagli inquilini di Palazzo San Giacomo. Il lungomare liberato che doveva lanciare (negli intenti della nuovissima Amministrazione) solo il classico fumo negli occhi ai cittadini dopo la farsa (per carità, non sportiva) dell’America’s Cup ha sortito come principale effetto quello di far arrabbiare ristoratori e proprietari di attività commerciali che hanno visto ridurre drasticamente i loro affari, oltre che far impazzire i residenti e i cittadini tutti rimasti inghiottiti nella giungla della Ztl, simile ad un mostro orripilante di dantesca memoria dalle mille teste e tentacoli, che ha fatto aumentare inesorabilmente il livello del traffico cittadino. Ma questioni ben più gravi stanno continuando a mortificare una città e a metterne in ginocchio i cittadini. In primis la camorra, l’emisfeto della micro e macro criminalità che continua a imperversare in centro come nelle periferie abbandonate di Scampia-Secondigliano, Ponticelli-Barra e Poggioreale. L’attenzione verso questi quartieri, abitati nella stragrande maggioranza da persone oneste che vedono macchiare le proprie esistenze solo per la collusione forzata e non certo voluta con i clan della malavita, viene riportata solo quando accadono episodi gravi come le morti di vite innocenti che producono il classico e squallido clamore mediatico che svanisce quando la notizia smette di “tirare”. Allo stesso modo, Istituzioni locali e Governo centrale, dopo lo schieramento di eserciti e forze dell’ordine di tutte le categorie, lasciano nell’abbandono e nell’oblio quei quartieri e i loro abitanti dopo che l’eco delle prime pagine si dissolve nell’indifferenza collettiva. Dalla camorra alla città che diventa sempre più invivibile, con le strade (provate a percorrere via Marina ogni giorno con una macchina nuova) dissestate, l’emergenza rifiuti che a intervalli più o meno lunghi si ripresenta puntuale, i lavori pubblici iniziati e mai portati a termine. A Napoli, poi, bastano due gocce di pioggia per mandare una città in tilt con le strade che diventano fiumi e le macchine costrette a fungere da vere e proprie imbarcazioni. I napoletani non meritano di vivere in una giungla! Ci devono spiegare perchè Posillipo, Chiaia e Vomero sembrano oasi splendenti rispetto al degrado del resto della città? Questa domanda bisognerebbe porla al Sindaco e alle Istituzioni tutte nonostante in questo periodo storico sia forte la sfiducia nella classe politica che sempre meno viene ritenuta in grado di porre rimedi alle criticità che violentano il territorio e la società. Ma Napoli non merita tutto questo, non si può rimanere infifferenti di fronte a tanto scempio! Diceva il grande Eduardo in “Napoli Milionaria”: adda passà a nuttata. Quella di Napoli città è ancora lunga e fitta, e l’alba troppo lontana.