E’ folla di fan nei corridoi, è arrivato lui, l’ex attaccante del Napoli Ezequiel Lavezzi, oggi in forza al Paris St Germain, che ha fatto il suo ingresso nell’aula 113 del Tribunale di Napoli dove è stato ascoltato in qualita’ di teste nel processo su presunti investimenti dei clan camorristici in alcuni importanti ristoranti. Aula gremita, almeno duecento persone, tra avvocati e semplici curiosi, per salutare l’ex beniamino del tifo azzurro. E’ durato dieci minuti l’interrogatorio di Lavezzi, al quale è stato chiesto di chiarire i rapporti che aveva intrecciato con l’imprenditore arrestato a giugno del 2011 con l’accusa di riciclaggio, con l’ultrà del napoli e, dal 2010 latitante per fatti di camorra, Antonio Lo Russo. Su quest’ultimo Lavezzi dichiara quanto già detto un anno fa: “Non sapevo fosse un camorrista, ero convinto fosse un ultra del Napoli, così veniva spesso a casa mia, magari anche senza preavviso. In Argentina si usa mantenere buoni rapporti con la tifoseria e per me Lo Russo era solo un tifoso. Veniva a casa mia, bussava e entrava, ricordo che una volta abbiamo anche giocato a play station assieme. Una volta, aggiunge Lavezzi, l’ho anche visto al San Paolo”. Infine l’ex attaccante azzurro ha ricordato di aver acquistato la barca di Cannavaro, grazie alla mediazione di Marco Iorio e di aver consegnato la custodia di orologi e gioielli a Marco Iorio, prima di partire per le vacanze, beni che gli sono stati restituiti dopo il dissequestro. Per ora è tutto, si torna in aula martedì prossimo.