Napoli. Le forze dell’ordine gli avevano messo il fiato sul collo da tempo, e forse lui se lo aspettava. Quando all’alba di ieri i poliziotti del Commissariato di Frattamaggiore lo hanno scovato in un covo segreto ad Arzano era solo e disarmato, come se si aspettasse la visita non di cortesia e non ha nemmeno posto resistenza complimentandosi persino con “le guardie” che lui da mesi cercava di eludere: «Sono io Rosario Guarino, mi arrendo, non sparate» le sue ultime parole prima delle manette al polso.
Guarino, alle cronache “Joe Banana”, era nell’elenco dei cinque latitanti più pericolosi e il suo arresto segna una importante tappa alla lotta alla camorra, in particolar modo nella faida di Scampia che sta imperversando, con sangue e morti, da parecchi mesi sulla scena partenopea. Il boss dei “Girati” guidava, infatti, fino a ieri l’esercito dei malviventi che contrastava gli “Scissionisti” per il dominio di Scampia e Secondigliano, quella che rimane ancora oggi la più grande piazza dello spaccio a cielo aperto d’Europa. Da domani le forze dell’ordine, purtroppo, si dovranno mettere sulle tracce del suo successore nell’investitura del trono e dello scettro della malavita organizzata.
Dopo la cattura Guarino è stato condotto in Questura per i procedimenti di rito prima che per lui si aprissero le porte del carcere di Poggioreale.