Sta per scattare la fatidica ora X. Le Primarie di centrosinistra per la scelta del candidato premier alle prossime elezioni si avvicinano e lo scenario politico campano è in preda a un marasma, così come il resto del Paese. Nell’interminabile parabola del Pd, fatta di dissidi e contraddizioni interne al partito, i giochi restano ancora aperti, nonostante i politici campani sembrerebbero, per ora, intenzionati a chiudere il cerchio attorno a Pierluigi Bersani.
Molti esponenti della società civile napoletana hanno aderito alla candidatura di Bersani, mentre altri non hanno ancora preso una posizione precisa. Intanto tra i protagonisti e gli ex della politica campana non sono poi tanti i renziani ad uscire a viso scoperto, anche se le iniziative a sostegno del sindaco di Firenze sono in continuo aumento; sono più di 80 infatti i “Comitati ufficiali Adesso!” registrati negli ultimi giorni in tutta la regione.
Non bisogna dimenticare però che insieme ai due principali competitor nella corsa alla Presidenza del Consiglio ci sono anche Nichi Vendola, governatore della Puglia e leader di SEL, Bruno Tabacci, esponente dell’API e alfiere del “montismo”, e Laura Puppato, sempre del Pd, sostenitrice della green economy. Al momento però tra i fantastici 5 il favorito sembrerebbe proprio il segretario del Partito Democratico, in quanto benvoluto dai dirigenti campani del partito e sostenuto direttamente da molti sindaci. È il caso di Vincenzo De Luca, l’apprezzato e temuto sindaco di Salerno, che ha appoggiato Bersani sin da subito, per il quale, stando ad alcune indiscrezioni, dall’eventuale vittoria elettorale alle primarie e poi alle politiche, potrebbe derivare un incarico ministeriale.
Dunque, al di là delle lotte per la leadership del centrosinistra, quello che si percepisce è che nel capoluogo campano è in atto una vera battaglia politica. Da una parte Pierluigi Bersani, con l’intento di arginare il protagonismo del sindaco di Napoli, al quale, come tutti ricorderanno, nel 2011 consegnò in mano le redini della città;, dall’altra la corrente bassoliniana, che in vista delle prossime tornate elettorali, secondo il segretario del Pd, potrebbe ancora influenzare quei democratici napoletani che proprio sul sindaco di Salerno hanno posto il loro veto. Per Bersani quindi continua ad aleggiare l’ombra dell’ex governatore della Campania Antonio Bassolino, sebbene non abbia più un ruolo ufficiale.
Ed è proprio su De Luca che punta Pierluigi Bersani. La scelta di avere al suo fianco il sindaco reazionario e “quasi rottamatore” sembrerebbe proprio una decisione ben ponderata, dettata dalla necessità di mettere ordine nella segreteria napoletana del partito più che una mossa tattica in vista delle primarie. Del resto i rapporti conflittuali del sindaco di Salerno con l’establishment napoletano si trascinano da tempo; è di dominio pubblico ormai la pretestuosa bagarre tra De Magistris e De Luca in merito alle «Luci d’artista» (offerte dal Comune di Salerno in cambio di una mostra di presepi) che hanno illuminato le strade di San Gregorio Armeno. Dal canto suo Vincenzo De Luca, diventato l’uomo simbolo della campagna di Bersani per le primarie, è ansioso di una rivincita sul voto regionale che si terrà nel 2015. Insomma, a meno di una settimana dal voto la confusione regna ancora sovrana e quello che emerge è un Pd sempre più spaccato.
Per il segretario del Partito Democratico napoletano Gino Cimmino quello che conta alle primarie di coalizione è soltanto superare i 150.000 votanti tra Napoli e provincia; posizione diversa invece quella di Enzo Amendola, leader campano del partito, che si riconosce nelle idee e nel programma del segretario bolognese. Ad Avellino nel frattempo il coordinamento provinciale a sostegno di Matteo Renzi si fa sentire, opponendosi con forza alla segreteria provinciale del partito, rea di aver creato confusione e disorientamento nei cittadini con la scelta dei seggi elettorali in città.
Così come a Caserta, in cui sostenitori e simpatizzanti del rottamatore pretendono più seggi e attaccano la segreteria casertana del Pd. Accuse molto forti nei confronti della dirigenza del partito piovono anche da Paolo Russomando, sindaco di Giffoni Valle Piana e fondatore del coordinamento provinciale del comitato pro-Renzi. Secondo quanto dichiarato di recente dal giovane sindaco salernitano e dai comitati cittadini a sostegno di Renzi “il Pd invita a votare Vendola, pur di impedire che si scelga il rinnovamento”. Anche tra le fila democratiche del Sannio amministratori e deputati si sono schierati al fianco di Bersani nella corsa alle primarie, nonostante il responsabile organizzativo del Pd provinciale, Antonio Iesce, da molto tempo abbia già aderito alla candidatura del sindaco di Firenze.
A sostegno di Bersani arriva anche un altro big della politica nostrana, Nicola Mancino. L’ex presidente del Csm, qualche giorno fa, davanti alla folta platea del Circolo “Francesco De Sanctis” del Pd irpino, ha dichiarato senza alcun indugio che voterà per il segretario bolognese. In effetti una riflessione su tutto ciò è d’obbligo: saranno rilevanti per i risultati delle primarie tutte queste tensioni interne e questi giochi politici?