Un leone. Quale modo migliore per presentarlo ad una tifoseria affamata? Da tempo si tramava qualcosa e il patron azzurro ci vide lungo. Dietro quella maschera, a grande richiesta, sbarcava da Udine Gokhan Inler. Svizzero di origini turche. Un metro e ottantatre per 80 Kg. Forza fisica, intelligenza e maturità, così si dipingeva il centrocampista dai piedi d’oro. Lo sa bene chi il 17 Aprile vide i friulani pareggiare i conti con un eccezionale tiro da fuori area che ammutolì il San Paolo. Testa bassa e nessuna esultanza. Una reazione, quella dello svizzero, che lasciò pensare a un futuro tutto azzurro. Poi il grande giorno, 11 Luglio 2011. Finalmente un po’ di qualità per una squadra che ha voglia di successi. 18 milioni di euro, mica poco per un ventisettenne dal passato esclusivamente svizzero. Un percorso fatto di alti e bassi.
PRIMI PASSI AZZURRI – Non ci pensa due volte Mazzarri a schierarlo già nella prima di campionato: un esordio, con il Cesena , più che sufficiente. Spaventa Fiorentina ed Inter, poi i primi punti di domanda. Dopo solo un mese, quel leone di Udine non ruggisce più. Con l’arrivo del freddo sembra andare in letargo e iniziano a piombare le critiche. Assente, quasi svogliato. Non bastano i 4 gol contro il Lecce, è lui l’uomo in meno del centrocampo azzurro. Sbaglia passaggi ed aperture, poi a tratti si lascia perdonare. Quel pubblico che iniziava a fischiarlo, fa di lui l’eroe di una serata da incorniciare. Arriva il primo gol e non uno qualsiasi: quello dal sapore di ottavi di Champions. Preciso e potente, spiazza Diego Lopez e porta i suoi in vantaggio in una sera di Dicembre. E’ lui il protagonista del Madrigal, che riesce finalmente a strappare qualche applauso. Poi il black-out definitivo.
LA RIPRESA – Prestazioni tutte in salita. Di male in peggio, Gokhan delude tutti. Nemmeno qualche turno di riposo gli restituisce la forza sufficiente. Il vero Inler sembra rimasto all’ombra di Guidolin. Apre il 2012 cercando di far bene, ma solo con il Palermo spicca, poi è di nuovo catastrofe. Scompare con il Bologna, lento e poco attento con il Siena, poco lucido in fase di copertura con il Cesena. Altri soldi spesi male? Non è proprio così. Il problema sta nell’adattarsi. Quel centrocampo a quattro gli sta più che stretto. Non ha dubbi Mazzarri, conosce le sue qualità. Allora è tempo di una svolta. Quel tridente delle meraviglie inizia a smontarsi, affidando ad Hamsik il compito di arretrare in fase di impostazione di gioco. E’ una nuova linea centrale, ora si che Gokhan potrà dare il via a fantasia e classe. Chievo, Fiorentina e poi Inter, non ne sbaglia più una.
PEDINA VINCENTE – Cresce partita dopo partita, restituendo ordine in mediana. Quando la palla passa tra i suoi piedi sa sempre qual è la cosa più giusta da fare. Ha ingranato la marcia giusta e da’ ancora spettacolo sul palcoscenico europeo. Stavolta è il turno del Chelsea, che dopo la sconfitta incassata all’andata ha voglia di rivalsa. Spettacolo allo Stamford Bridge. Sarà che in casa proprio non gli piace segnare, ma Gokhan in trasferta punisce con puntualità, e nemmeno Cech riesce ad evitare il gol. Non basta la sua prodezza a regalare la qualificazione ai quarti, ma ci sono ancora campionato e coppa in cui stupire. Eccezionale con Cagliari ed Udinese. Difende, lotta e vince. Corre, dribbla, imposta e costruisce. Partite perfette, è finalmente la pedina vincente di questo Napoli, che chiude la stagione aggiungendo un trofeo in bacheca: la Coppa Italia. Vacanze, ritiro e amichevoli, pronto per riaprire le danze. Nella prima al Barbera si fa vedere a tratti, ma gli basta un solo tempo per tornare a suonare la carica con la Fiorentina. Male con Parma e Catania, poi ecco nuovamente la metamorfosi, stavolta quella definitiva.
CAPOLAVORO COMPLETATO – Impeccabile con l’Udinese. Idem con il Chievo, nonostante Sorrentino gli neghi più volte il gol. Gol che arriva finalmente tra le porte del San Paolo contro i rossoneri di Allegri. Ancora affamato, ci prende gusto col Pescara, siglando la sua prima doppietta in maglia azzurra. Ormai è ufficiale, ha riacquistato sicurezza e precisione, mentre fuori dal campo da’ prova di un amore smisurato. Un amore a doppio senso tra Napoli e lo svizzero, nonostante quella timidezza che non fa ancora di lui uno scugnizzo. Ora, però, nessuno ha più dubbi, il leone è tornato a ruggire.